“GMG, for ever”!
Sabato 20 agosto, 35 gradi di prima mattina, è arrivato il momento tanto sognato: la veglia con Benedetto XVI alla stazione “4 vientos” di Madrid. Preparo lo zaino, alcuni vestiti per il cambio, il kit di sopravvivenza, il sacco a pelo e mi unisco alla folla giovane per sgambettare ore ed ore verso il luogo pianeggiante, non lontano,

all'aperto della metropoli “Madrileña”. Per le strade una marea di gente venuta da tutte le nazioni del mondo, sventolando le loro bandiere e indossando vestiti multicolori. Madrid si è trasformata in quei giorni nella capitale mondiale della gioventù. Tanta gente giovane, anche bimbi con i loro genitori, hanno detto si all’invito del loro Pastore. Tutti desideravano vedere con i propri occhi una chiesa giovane. Guardo le foto e mi fanno riflettere su tante emozioni: gioia, stanchezza, rabbia, delusione, “allegria” … vissute in quei giorni. La chiesa giovane si è fatta sentire a 4 “vientos”, con tutte le diversità di nazione, cultura, etnia e colore. Si è inginocchiata, ha fatto silenzio sotto le stelle luminose della tenda grande di Dio, per accogliere il messaggio. Il Padre ha parlato nel silenzio, al cuore di chiunque era lì seduto, in piedi o sdraiato per terra per la stanchezza, però ricolmo di speranza. Il silenzio si è fatto preghiera, ha detto “si” a Dio. Le Beatitudini dell’evangelista (Luca 6), cominciavano a rendersi visibili sotto quel firmamento luminoso. Io ero là e ho visto con i miei occhi, ho toccato le tende, ho sentito il vento e il sole, ho visto la mia chiesa giovane respirare serenità e gioia! D’improvviso tutto cambia, il cielo indossa il nero, il mondo sembra che ci crolli addosso, Il cielo lampeggia, lo sguardo della moltitudine si concentra in direzione del cielo, sul soffio della tempesta che si avvicina. Tutti rimangono al loro posto, anche il Papa. Poi rapidamente tutto ritorna alla calma, cessa la bufera, il cielo si apre, le stelle recuperano il loro brilìo e la folla si alza cantando a coro, in festa: “Esta es la juventud del papa” (Questa è la gioventù del Papa), una, due, più volte. Piano, piano tutte le voci s’interrompono, ritorna la calma, la pioggia lascia spazio alla gradevole brezza che ci accompagnerà fino alla fine della veglia. Il messaggio non era nuovo, le parole molto chiare e semplici. Ancora adesso rivivo la sensazione che il Papa in quel momento parlasse al mio cuore. Alcuni minuti prima avevo sentito la testimonianza di quel giovane “audioleso” dalla nascita: “Molte volte sento la solitudine, l’amarezza, la discriminazione, perché non sono considerato come tutti”. L’ho udito gridare nell’amplificatore: “non ho perso mai la speranza, perché i miei genitori non hanno mai guardato la mia diversità … loro, solo loro mi hanno sempre accettato con amore”. Ho sentito in quel grido l’eco dei miei fratelli della casa ODC, gli ospiti del secondo piano: dentro ciascuno di loro vive “Cristo incarnato”. Quelle parole erano per me, perché sapessi scoprire le persone delle Beatitudini: “beati voi poveri,” … sono quelli che Dio oggi mette accanto me!