Esta es la juventud del Papa

Esta es la juventud del Papa

giovedì 26 agosto 2010

Gesù

Se non hai incontrato Cristo …
… non abbatterti!
Accettare Cristo, come personaggio storico, non comporta problemi e difficoltà. Accettare Cristo, come figlio di Dio e salvatore, è un cammino che dura tutta la vita. E si procede su questo cammino sorretti dalla carità e dalla buona volontà.
- Se vuoi mettere ordine nella tua vita;
- - se vuoi darle un senso, uno scopo, una soluzione definitiva;
- Se vuoi riempirla ai autentica gioia … metti sulla strada che, gradatamente, ti porta a Lui. Hai paura del futuro? Va’ da Gesù. Ti senti solo? Va’ da Gesù. Sei deluso della vita’ va’ da Gesù. Cerchi sicurezza, pace, serenità? Va’ da Gesù
Gesù:
- Ti libera dalla paura della morte, se lo cerchi come tuo personale Salvatore;
- Ti promette di rimanere con te in ogni momento della vita;
- Ti garantisce un futuro felice con Lui e con tutti i tuoi cari.
Leggi il vangelo.
Cerca in Cristo la soluzione dei tuoi problemi; Egli conosce i tuoi timori, i tuoi pensieri e la tua vita. Comprende i tuoi dolori e le tue paure. Ti dice: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò … il mio gioco infatti è dolce e il mio carico leggero.”
E ancora: “Io sono il Primo e l’ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi.” Tutto potrà deluderti: Lui no! Tutto invecchierà: Lui no! Tutto passerà: Lui no! Gesù è il vivente: ieri, oggi e nei secoli. Ha le chiavi della vita e le mette nelle tue mani. Con Lui, e solo con Lui, potrai realizzare quell’ordine che farà di te una persona nuova!

lunedì 23 agosto 2010


La fábula del Puerco-espín.
Durante la era glacial, muchos animales morían por causa del frío.
Los puerco-espines, percibiendo la situación, resolvieron juntarse en grupos, así se abrigaban y se protegían mutuamente, más las espinas de cada uno herían a los compañeros más próximos, justamente los que ofrecían más calor.
Por eso decidieron alejarse unos de otros y comenzaron de nuevo a morir congelados. Entonces precisaron hacer una elección: o desaparecían de la Tierra o aceptaban las espinas de los compañeros. Con sabiduría, decidieron volver a estar juntos. Aprendieron así a convivir con las pequeñas heridas que la relación con un semejante muy próximo puede causar, ya que lo más importante era el calor del otro. Y así sobrevivieron.
Moraleja.
La mejor relación no es aquella que une personas perfectas, más aquella donde cada uno aprende a convivir con los defectos del otro, y admirar sus cualidades.

mercoledì 18 agosto 2010

Non presumere



Ez 34,1-11
[1]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [2] «Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele, predici e riferisci ai pastori: Dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? [3]Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. [4]Non avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. [5]Per colpa del pastore si sono disperse e son preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. [6]Vanno errando tutte le mie pecore in tutto il paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura. [7]Perciò, pastori, ascoltate la parola del Signore: [8]Com'è vero ch'io vivo, parla il Signore Dio poiché il mio gregge è diventato una preda e le mie pecore il pasto d'ogni bestia selvatica per colpa del pastore e poiché i miei pastori non sono andati in cerca del mio gregge hanno pasciuto se stessi senza aver cura del mio gregge [9]udite quindi, pastori, la parola del Signore:
[10]Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. [11]Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura.
Mt 20,1-16
E] «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. [2]Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. [3]Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati [4]e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. [5]Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. [6]Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? [7]Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. [8]Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dá loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. [9]Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. [10]Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. [11]Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: [12]Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. [13]Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? [14]Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. [15]Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? [16]Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

Non presumere
La parabola che riascoltiamo nella liturgia odierna ci introduce nel mistero del cuore del Padre, che si rivela pienamente e inconfondibilmente nelle parole e nei gesti del Signore Gesù. Al cuore della parabola vi è un invito profondo a rispettare il mistero della relazione di ciascuna creatura con il suo Creatore. A nessuno è concesso di farsi “giustizia”, o di pretendere “giustizia”, perché a nessuno è concesso presumere di sapere che cosa stia al cuore del desiderio di Dio e che cosa ha prodotto il ritardo di alcuni nel rispondere alla sua chiamata. Il rischio è sempre quello di voler “pascere (Ez 34,2) Dio volendo dirigere e limitare la sua misericordia, commisurandola al nostro cuore terribilmente e talora incorreggibilmente “invidioso” (Mt 20,15). Il profeta si scaglia con forza contro i pastori di Israele i quali, contrariamente al modello di buon pastore che è il Signore Gesù, in realtà “pascono se stessi” Ez 34,2). Spesso ci comportiamo nei confronti dei nostri fratelli e sorelle proprio in quel modo che viene oggi aspramente condannato dal profeta Ezechiele: facciamo finta di prenderci cura e di avere a cuore la giustizia mentre, in realtà, abbiamo a cuore semplicemente noi stessi e la nostra supremazia sugli altre. In una sua omelia Giovanni Crisostomo afferma che, in realtà, il Signore chiama tutti fin dalla prima ora ma accetta la lentezza della risposta e ripropone il suo appello – come fece con Saulo sulla strada di Damasco – a più riprese perché ciascuno possa corrispondere con convinzione e vera generosità. Se ciascuno di noi arriva a una certa ora a lavorare nella vigna del Signore per ciascuno di noi il Signore lavora prima della nostra “alba” (Mt 20,1) e spera pazientemente che il nostro cuore si faccia lavorare e convertire dal suo essere “buono” (20,15). Giovanni Crisostomo così conclude: “La parabola ci fa vedere che gli uomini si danno a Dio in età molto diverse. E Dio vuole impedire a ogni costo che quelli che sono stati chiamati per primi disprezzino glia altri”. Per non disprezzare gli altri, secondo l’esortazione del patriarca di Costantinopoli, è necessario custodire un cuore “buono” conscio del fatto che, per quanto noi cominciamo a lavorare prima degli altri, il Signore ha cominciato ben prima di noi. Se entriamo in questa consapevolezza e in questa logica, allora ci faremo imitatori e compagni del nostro Signore e Dio, andando a cercare i nostri fratelli e sorelle a ogni ora del giorno e della notte per farli nostri compagni di lavoro, non per risparmiarci un poco di fatica, ma per la gioia di collaborare insieme alla fecondità e bellezza di quell’unica vigna di cui siamo parte. Non è facile non presumere di essere più meritevoli degli altri per il fatto di aver faticato più di tutti, ma se guardiamo e accogliamo la vita come un dono da condividere, allora saremo felici anche di chi arriva all’ultimo momento, poiché l’amore del nostro Signore e Dio è quello di un padre “buono” che non ha bisogno di sottrarre a nessuno pur dando abbondantemente a tutti: “lo stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna”. Ez 34,11)

martedì 17 agosto 2010

S.Maria Goretti



Casa aonde Maria Goreti foi martirizada. Tinha apenas 12 anos e 9 meses. Ela foi assassinada por defender sua virgindade. Antes da sua morte ela perdoou o assassino. Na prisão, Alessandro se converteu. Mais tarde, depois de cumprir a pena, em liberdade viveu seus dias fazendo o bem a todos com serenidade e na paz dos homens de fé.




mercoledì 11 agosto 2010

Il tarlo dell’invidia



L’invidia, al contrario della carità( 1 Cor 13,6), procura dolore per la prosperità degli altri. L’invidioso si duole della gioia del fratello; la felicità del fratello, così l’invidia consuma l’amico di chi l’accoglie. L’invidioso diventa nemico di chi non gli ha fatto alcun male. Tieni chiuso nel proprio cuore il male che lo rode e che non può manifestare agli altre. é nemico del bene presente e amico di quello perduto.
L’invidia uccide il fratello nel proprio cuore. Quanti delitti ha causato l’invidia! Per invidia la morte è entrata nel mondo; Abele fu ucciso dal fratello (Gn 4,1-8); Giuseppe fu venduto agli egiziani( Gen 37); Davide fu perseguitato da Saul( I Sam 18 ss); Gesù fu consegnato a Pilato Mt 27, 18).
Nessun vincolo di affetto e di natura è tanto saldo da resistere fino in fondo all’invidia.
L’invidia è segno di animo gretto e meschino; si insinua sottilmente nel cuore dell’uomo come l’aria che respira; è un’erba che si radica ovunque, anche negli ambienti più santi; è un tarlo che lavora soprattutto tra persone impiegate nelle stesse occupazioni. L’invidia, la rivalità e la gelosia di mestiere sorgono tra uguali.
Ricordati che quanto più sarai oggetto di ammirazione e di stima da parte degli altri, tanto più potrai divenire oggetto di invidia da parte dei tuoi.
Se si invidierà il tuo operato, anche i tuoi miracoli saranno giudicati delitti. Per l’invidioso non c’è alcun genere di virtù che non abbia il nome del vizio contrario.
Non avere comunanza con l’invidioso; L’invidia è la peste del l’amicizia, è la madre della calunnia e della cattiveria.
Per parte tua bandisci dal tuo cuore lì’invidia. Godi invece del bene degli altri come fosse il tuo stesso bene, Abbi una grande stima dei beni eterni e non giudicherai degno di invidia chi è fornito di beni corruttibili.
Se una cosa vuoi invidiare, sia un cuore aperto, ricco e generoso.
Dal Libro "La Sapienza del Vangelo"

martedì 10 agosto 2010

Convenção Mundial no Umbral!

A Reunião das Trevas
O Chefe dos Espíritos das Trevas convocou uma Convenção Mundial de obsessores.Em seu discurso de abertura, ele disse:"Não podemos impedir os cristãos de irem aos seus templos." "Não podemos impedi-los de ler os livros e conhecerem a verdade.""Nem mesmo podemos impedi-los de formar um relacionamento íntimo com os Espíritos Elevados e Jesus. “E, uma vez que eles ganham essa conexão com os Espíritos Elevados e Jesus, o nosso poder sobre eles está quebrado. "Então vamos deixá-los ir para seus Centros Espíritas e suas igrejas, vamos deixá-los com os almoços e jantares que neles organizam, MAS, vamos roubar-lhes o TEMPO que têm, de maneira que não sobre tempo algum para desenvolver um relacionamento elevado". "O que quero que vocês façam é o seguinte"- disse o obsessor-chefe:"Distraia-os a ponto de que não consigam aproximar-se de Jesus e dos espíritos superiores."
- Como vamos fazer isto? Gritaram os seus asseclas. Respondeu-lhes:
"Mantenham-nos ocupados nas coisas não essenciais da vida, e inventem inumeráveis assuntos e situações que ocupem as suas mentes.” "Tentem-nos a gastarem, gastarem, gastarem, e tomar emprestado, tomar emprestado..." "Persuadam as suas esposas a irem trabalhar durante longas horas, e os maridos a trabalharem de 6 à 7 dias por semana, durante 10 à 12 horas por dia, a fim de que eles tenham capacidade financeira para manter os seus estilos de vida fúteis e vazios." "Criem situações que os impeçam de passar algum tempo com os filhos." "À medida que suas famílias forem se fragmentando, muito em breve seus lares já não mais oferecerão um lugar de paz para se refugiarem das pressões do trabalho". "Estimulem suas mentes com tanta intensidade, que eles não possam mais escutar aquela voz suave e tranquila que orienta seus espíritos". "Encham as mesinhas de centro de todos os lugares com revistas e jornais". "Bombardeiem as suas mentes com noticias, 24 horas por dia". "Invadam os momentos em que estão dirigindo, fazendo-os prestar atenção a cartazes chamativos". "Inundem as caixas de correio deles com papéis totalmente inúteis, catálogos de lojas que oferecem vendas pelo correio, loterias, bolos de apostas, ofertas de produtos gratuitos, serviços, e falsas esperanças".
"Mantenham lindas e delgadas modelos nas revistas e na TV, para que os maridos acreditem que a beleza externa é o que é importante, e eles se tornarão mal satisfeitos com suas próprias esposas"..."Mantenham as esposas demasiadamente cansadas para amarem seus maridos. Se elas não dão a seus maridos o amor que eles necessitam, eles então começarão a procurá-lo em outro lugar e isto, sem dúvida, fragmentará as suas famílias mais rapidamente." "Dê-lhes Papai Noel, para que esqueçam da necessidade de ensinarem aos seus filhos, o significado real do Natal." "Dê-lhes o Coelho da Páscoa, para que eles não falem sobre a "ressurreição" de Jesus, e a Sua mensagem sobre o pecado e a morte." "Até mesmo quando estiverem se divertindo, se distraindo, que seja tudo feito com excessos, para que ao voltarem dali estejam exaustos!". "Mantenha-os de tal modo ocupados que nem pensem em andar ou ficar na natureza, para refletirem na criação de Deus. Ao invés disso, mande-os para Parques de Diversão, acontecimentos esportivos, peças de teatro banais, apresentações artísticas mundanas e à TV entorpecedora. Mantenha-os ocupados, ocupados." "E, quando se reunirem para um encontro, ou uma reunião espiritual, envolva-os em mexericos e conversas sem importância, principalmente fofocas, para que, ao saírem, o façam com as consciências comprometidas". "Encham as vidas de todos eles com tantas causas supostamente importantes a serem defendidas que não tenham nenhum tempo para buscarem a espiritualidade e Jesus".
Muito em breve, eles estarão buscando, em suas próprias forças, as soluções para seus problemas e causas que defendem, sacrificando sua saúde e suas famílias pelo bem da causa."
-"Isto vai funcionar!! Vai funcionar !!"
Os espíritos trevosos ansiosamente partiram para cumprirem as determinações do chefe, fazendo com que os cristãos, em todo o mundo, ficassem mais ocupados e mais apressados, indo daqui para ali e vice-versa, tendo pouco tempo para Deus e para suas famílias. Não tendo nenhum tempo para contar a outros sobre a sublimidade e o poder do Evangelho de Jesus para transformar suas vidas.
Creio que a pergunta é:
Teve o Obsessor-chefe sucesso nas suas maquinações?

lunedì 9 agosto 2010

Freno alle passioni

Non aspirare a cose superiori alle tue forze (Si 3,22); fuggi la presunzione. L’ignorante è presuntuoso, il vero sapiente è umile. Preoccupati più di essere che di fare o avere. Se farai senza essere ti svuoterai e ti impoverirai. Odia profondamente l’ipocrisia; essa è un omaggio che il vizio rende alla virtù.
Non essere troppo facile nei tuoi giudizi senza controllare con calma quello che dici. Hai detto male di uno? Che cosa ne guadagni, se non del danno anche per te?
Non odiare nessuno: l’odio distrugge, l’amore costruisce; “l’odio suscita litigi, l’amore ricopre ogni colpa! (Prov 10,12).”
Poni freno al tuo istinto di vendetta se non vuoi agire con stoltezza. Se tu riflettessi più frequentemente alla tua fine, diventeresti più buono. Siamo qui di passaggio, compagni della stessa cordata per la scalata del cielo.
Bandisci dal tuo animo la violenza; è l’arma di coloro che non hanno idee per imporsi. Non far nulla in preda all’ira. La passione acceca la ragione. I giudei hanno posposto a un delinquente Il più santo degli uomini.
Non c’è nulla di così grave che ti debba portare fuori dalla tua orbita di persona libera e intelligente.
Se l’ira si accende contro di te, non adirarti, perché la calma placa le offese anche più gravi. Non curare il male col male poiché, in queste lotto malvagie, il più infelice è chi vince.
La violenza non si arrende alla violenza ma alla mansuetudine. Chi grida passa dalla parte del torto anche quando ha ragione.
Vedi che la vanità e la superbia non ti facciano incorrere nel danno della stima di te stesso e del disprezzo degli altri.(Cf Lc 18,9)
Lo stolto parla sovente e volentieri di se sesso e delle sue colse; se sarai ripieno di spirito divino non potrai soffrire in te la minima vanità.
Dal libro “Sapienza del Vangelo”

domenica 1 agosto 2010

Il senso della vita

Queste poche parole per me sono d'una importanza fondamentale per tutti noi. Io spero che possono essere motivo di meditazione e di vita per tutti.
Gc 1,22. 25
Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo vi stessi.
Chi fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica questi troverà la sua felicità nel praticarla.
Il senso della Vita
Chi sei, dove vai, che sarà di te? Che senso ha il tuo vivere e il tuo morire? Che senso hanno questi tuoi giorni che si perdono nell’abisso del nulla; questa tua vita che passa senza lasciare alcuna traccia come le nubi del cielo; questa tua innata aspirazione all’immortalità? C’è qualcosa di più personale del senso della tua vita?
Il mondo ti fa attorno un gran chiasso perché tu non abbia il tempo di riflettere sui gravi problemi della tua esistenza. Troppo spesso ti agiti e ti affanni per troppe cose, eppure una sola cosa è necessaria. I santi hanno scelto la parte migliore Lc 10, 42. Quanto pochi sono gli uomini che non si perdono per strada!. È grande sapienza per l’uomo tener presente il fine per cui è stato creato e secondo quello dirigere la sua vita. Perché corri, perché corri continuamente? Fermanti e pensa nell’eterno. Presto dovrai fermarti per sempre. Sei diretto verso l’eternità e non sai dove vai? Non credere che le molte distrazioni riempiano la tua vita. Nella solitudine, posto a tu per tu con te stesso, sentirai il vuoto del cuore. Se vuoi dare un senso alla vita guarda avanti, al fine per cui ti è stata data. Che senso avrebbe un viaggio se non guardi alla meta? Mettiti al di fuori di questa vita che fugge per giudicarla con saggezza e non lasciarti dominare da essa. Solo credendo in Dio,troverai la soluzione dei problemi più importanti della tua esistenza, primo fra tutti il senso della vita. Il non credente si trova nella impossibilità di dare ai problemi della vita una risposta ragionevole, e convincente. Il mistero dell’esistenza di Dio supera ma non contraddice la ragione, O accetti il mistero o cadi nell’assurdo. Non credere che la tua vita sia insignificante. Dio ti è padre e la vita di un figlio non è mai inutile per un padre. La vita di figlio di Dio inizia sulla terra, nella fede nell’amore, per culminare in cielo, dove sarai simile a Dio perché lo vedrai come egli è Passi una volta sola su questa terra e forse fai un passaggio insipiente. Ama Dio e il tuo prossimo, dimentica te stesso per gli altri, e il tuo passaggio sarà benedetto da Dio e dagli uomini.
“Dal libro la sapienza del vangelo, di Francesco Bersini”