Esta es la juventud del Papa

Esta es la juventud del Papa

venerdì 23 aprile 2010

Gv 6,52-58

[52]Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». [53]Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. [54]Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. [55]Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. [56]Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. [57]Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. [58]Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

giovedì 22 aprile 2010

"StellAlpina" sulla montagna...

“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
Il vangelo di oggi è tratto dal grande discorso eucaristico di Gesù, che si dichiara mediatore tra Dio e agli uomini. Il Padre attira gli uomini che vengono a Cristo. È Lui che li risusciterà nell’ultimo giorno. È la fede che dà la vita eterna. Gesù è il pane della vita. Non un pane comune, ma un pane che dona la vita eterna. È un messaggio di speranza: “Chi crede – dice Gesù – ha la vita eterna. È necessario pero che il Padre lo attiri. Ma come si svolge questa attrazione verso Dio, come possiamo sentirla, al meglio? Sicuramente dobbiamo affinare i nostri sensi! Se il tratto di strada che percorriamo nel mondo, lo attraversiamo distratti o guardando solo noi stessi, sarà più difficile che la grazia possa agire in noi. Possiamo però volgere lo sguardo verso la bellezza della natura, alzare gli occhi al cielo ad ammirare le nuvole che passano, contemplare la perfezione dell’esistenza anche del più piccolo degli insetti e i tanti piccoli progetti della vita, tutti inseriti in qualcosa di più grande.
Ma la natura non è certo l’unica possibilità di percepire qualcosa di questa meraviglia che può portare a Dio:
che cosa spinge persone che neppure conosciamo, a fare un gesto d’amore nei nostri confronti?
Chi dà all’essere umano la possibilità di donarsi – in piccoli e grandi gesti – senza alcun tornaconto?
È veramente solo una delle capacità insite nell’uomo?
E poi non sentiamo spesso qualcosa che ci spinge a credere, ad amare, a donarci?
Possiamo aiutare la grazia di Dio, ed aprire gli occhi. Con i nostri sensi, e dotati dell’intelligenza, possiamo veramente fare “la nostra parte”.
La grazia è un dono. Ma perché non disporci con tutti i mezzi – anche quelli naturali- che abbiamo, per riceverla?
Con i doni umani lo facciamo. Ci prendiamo del tempo per riceverli, scartarli, guardarli. E non dimentichiamo di ringraziare chi ci ha donato qualcosa, sia pure piccola. Ringraziamo, dunque il Signore per la grazia della fede e per la vita vissuta con la fede. E facciamo anche noi la nostra parte, per collocare questa questo infinito dono in un ambiente che lo esalti al meglio.

mercoledì 21 aprile 2010

Gv.6,35-40

35]Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. [36]Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. [37]Tutto ciò che il Padre mi dá, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, [38]perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. [39]E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. [40]Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete.

domenica 18 aprile 2010

Gv 21,1-14

Gesù risorto si manifestò di nuovo ai discepoli sul monte di Tiberidad. E si manifestò con la pesca miracolosa.
[1]Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: [2]si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli diZebedèo e altri due discepoli. [3]Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. [4]Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. [5]Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». [6]Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. [7]Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E` il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. [8]Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. [9]Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. [10]Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora». [11]Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. [12]Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. [13]Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. [14]Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
Papa Benedetto XVI, all'avvio del suo viaggio a Malta, offuscato dallo scandalo sugli abusi sessuali che sta scuotendo la Chiesa Cattolica, ha detto oggi che la Chiesa è stata "ferita dai nostri peccati".Ma mentre il portavoce del Vaticano ha dichiarato che il riferimento è allo scandalo pedofilia, il Papa, parlando ai giornalisti a bordo del suo aereo, non lo ha menzionato specificamente e non ha usato la parola "abuso".Parlando in italiano, il Papa ha detto che Malta, che è al 95% di religione cattolica, ama la Chiesa, il corpo di Cristo, "anche se questo corpo è ferito dai nostri peccati".

sabato 17 aprile 2010

Gv6,16-21
"[16]Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare [17]e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. [18]Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. [19]Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. [20]Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». [21]Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti."
Nel nostro peregrinare su questa terra viviamo di fede, di speranza. Vorremo certo, nei momenti più bui, durante le tempeste più paurose, vedere e toccare Gesù, essere rassicurati dalle sue parole come capitò ai fortunati discepoli sulla arca. Ma Giovanni ci ricorda che quel vedere, toccare , sentire che noi vorremmo tanto è ciò che accadrà alla fine del nostro viaggio. Quando, infatti, finalmente lo vedremmo “faccia a faccia” non ci sarò più bisogno di sedare le acque, né ci sarà la necessità per Gesù di salire sulle nostre barche. Sarà tutto diverso: sarà giorno, saremo sulla terra ferma e lui sarà per sempre, visibilmente, con noi.
Agire: Il nostro pensare troppo spesso è negativo: tentiamo almeno oggi di interrompere i pensieri negativi e sforziamoci di essere pieni di speranza.

venerdì 16 aprile 2010

Vita consacrata

La vita consacrata è un continuo movimento senza sosta. Movimento verso l’alto che è ascendente e movimento verso il basso che è discendente. Entrambi i movimenti possono coabitare nei nostri istituti. Camminare assieme all’uomo, per andare verso Dio, quindi movimento ascendente. Tutto quello che noi facciamo deve essere trasparente.
Siamo sicuri che Il nostro servizio possa interpretare la manifestazione di Dio?
Quello che io sto facendo manifesta l’amore di Dio?
In realtà, non basta fare il mio dovere tecnicamente, ma devo interrogarmi ogni giorno, se il mio operare manifesta l’amore di Dio. Se tutto quello che faccio lascia trasparire, nelle azioni della carità, l’amore di Dio che scaturisce dalla fonte.
Ho un mio dovere, chiedermi ogni giorno, se le mie prestazioni, attività, apostolato … parlano di Dio, manifestano Dio.
Domandarmi se quelli che ricevono il messaggio, davvero percepiscono la grandezza di Dio, fanno l’ esperienza di Dio!
Devo impegnarmi a creare negli altri uno spirito creativo, solidale, capace di condividere.
Il Carisma
Condividere le nostre esperienze e la nostra spiritualità che appartiene al carisma. Tradurre il nostro carisma in termini accessibili a tutti. Può scegliere il carisma unicamente chi ha fato amore con il carisma.
Tradurre quello che abbiamo ricevuto in lingua locale, cioè incarnarsi nel carisma e trasmettere agli altri quello che abbiamo ricevuto. Io devo provvedere a tradurlo, senza aspettare che siano gli altri a venirmi incontro. Ritradurre quello che io ho ascoltato in parole di sintesi originali, sarà la maniera che io evangelizzatore diventi evangelizzato.
Che pensano i nostri collaboratori del nostro carisma?
Cosa ho fatto o faccio per ravvivare il carisma?
Quanto ci lasciamo evangelizzare dalle persone che noi serviamo?
Capacità di condividere.
La condivisione non è una tècnica che si impara, ma deve essere un modo, uno stile di vita, una maniera carismatica di vivere. Un stile di vita che partendo da dentro di noi si manifesti anche al esterno.
Tradurre il carisma in lingua “secolare” in termini facili che tutti possono capire, prima di tutto, fa’ del bene a me stesso. Questo però, non può essere fatto da soli, ma deve essere un’opera comunitaria. Il nostro carisma deve essere portato avanti da tutti o non ci sarà nessuno a farlo. La spiritualità del carisma mi è stata data per condividerla con gli altri. Il dono dello spirito lo si capisce quando viene condiviso.
Capacità di comunicare
La qualità della comunicazione nelle nostre comunità è poco condivisa. La comunione dei beni spirituali nelle nostre comunità, tra di noi, è di scarsa qualità, poco rilevante.
Invece, la nostra comunicazione deve essere molto naturale, perché è la ragione principale che ci fa essere religiosi in comunità. Per vivere insieme ho rinunciato tante altre cose, ugualmente importanti.
Il religioso scopre la propria identità “sul suo carisma”. La spiritualità non può essere soltanto personale, ma necessariamente deve essere comunicata e condivisa.
La comunicazione non può essere sopportata ma deve essere “coscientizzata”, compartecipata. Una comunità vera condivide i doni spirituali. Ascoltarci, imparare a fare, leggendo nella vita i passi che Dio fa’ in noi, sono importanti obiettivi da acquisire e importanti passi da fare.
Essere Responsabili gli uni dagli altri.
Conseguenze di questa riflessione:
· L’individualismo è il primo responsabile dell’insensibilità nei confronti degli altri.
· La mancanza di comunicazione, genera comunità deboli e poco fraterne.
· Si creano autentiche comunità, quando si fraternizza con le persone e si scambiano idee sulla nostra vita.
· Quando non c’è comunicazione nelle comunità, ciascuno finisce per badare solamente ai propri interessi, seguendo a un suo unico progetto.
· La comunità sarà meno autentica se sarà individualista e vi sarà insensibilità verso l’altro.
Io ho bisogno dell’altro
La povertà di comunicazione spirituale impoverisce i rapporti. Accorgersi della “crisi” del confratello vuol dire, essere attenti alle esigenze comunitarie e crescere nella sensibilità per rendersi conto delle cose che non vanno bene e insieme cercarne le soluzioni. Creare un clima favorevole di comunicazioni reciproche nel cammino spirituale. Noi abbiamo bisogno dell’altro, della sua parola, della sua esperienza e della sua presenza.
Vita comunitaria
La vita consacrata è essenzialmente vita comunitaria. Quando non c’è vita comunitaria profonda, si cerca compensazioni fuori dalla casa e questo diventa un stile di vita parallelo, diventa compensazione.
L’essere comunitario” riguarda sempre al nostro rapporto con Dio, risalta l’importanza delle relazione fraterne.
“Cani sciolti” è come dire religiosi che non si sentano appartenenti e rimangono da soli. È non sentire nessun legame con il carisma.
Per favorire il cammino di tutti, la condivisione è naturale, per questo non va dimostrata, va vissuta. E cosi, la Povertà sarà vera e verrà creduta con la condivisione dei beni spirituali. Anche l’Obbedienza sarà un modo spirituale di vivere uno stile di vita, che sempre ci porterà alla condivisione.

La Provvidenza

Dio stesso potrebbe interferire sulle nostre cose, sui castelli che abbiamo costruito e potrebbe dirci: devi essere di Cristo e lasciarti condurre da Lui. Penserò io a dirigerti e dirti come gestire la tua esitenza, sono io che cercherò di aiutarti nelle difficoltà e ti darò una mano.
Buona Giornata

domenica 11 aprile 2010

Che interessante …
(Noi) siamo il campo di Gesù in cui Lui lavora affinché noi abbiamo a raccoglierne i frutti: pazienza, fiducia, ottimismo, zelo, preghiera e rispetto per le anime che ci attorniamo.
()/()
L'incontro personale con Gesù è uno stop, un punto fermo: si lascia perdere tutto per pensare alla propria anima. Questo è un "cammino" che può entrare nella vita di ogni cristiano, a cominciare dai nostri Amici, Parenti e volontari!
Buona settimana.

domenica 4 aprile 2010

Giovanni 20,1-9

1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. [2]Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». [3]Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. [4]Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. [5]Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. [6]Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, [7]e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. [8]Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credete. [9]Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
Tutta la liturgia del tempo quaresimale annunciava nella speranza la venuta del giorno di Cristo Signore, in cui la creazione sarebbe finalmente rifiorita, come da un piccolo seme che, morto nella terra, germina una bellissima fioritura, destinata a un raccolto sovrabbondante.
Oggi la speranza si compie: è il giorno di Cristo Signore, trionfante e vittorioso sulle potenze dello spirito del male e della morte, egli è il Risorto: alleluia, alleluia!
Insieme agli apostoli testimoniamo l’evento cardine della nostra fede (I lettura); abbandoniamo il lievito vecchio, fatto di malizia e di perversità la nostra esistenza quotidiana (II lettura), inseriti nella “moltitudine di testimoni” (Eb 12,1) che proclamano con convinzione che Cristo è presente nella sua Chiesa e non cessa di manifestarsi a quanti credono nel suo nome e lo cercano con cuore sincero.
Allora, mentre ci porgiamo gli auguri, davvero scambiamoci questa certezza: “Cristo è risorto, è veramente risorto!”.

venerdì 2 aprile 2010

Adoriamo la tua Croce

Venerdì Santo – Passione del Signore.
Giornata di preghiera e di offerte per la Terra Santa. Oggi occorre il V anniversario della morte del Papa Giovanni Paolo II. In questo giorno in cui “Cristo nostra Pasqua è stato immolato”, la Chiesa con la meditazione della Passione del suo Signore e Sposo e con l’adorazione della croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla Croce, e intercede per la Salvezza di tutto il mondo.
In questo giorno non devono essere trascurati i pii esercizi, come la Via Crucis e le processioni della Passione.
Facciamo con fede la preghiera universale che la Liturgia ci propone:
· Preghiamo per la Santa Chiesa di Dio: il Signore le conceda unità e pace, la protegga su tutta la terra, e doni a noi, in una vita serena e tranquilla, di render gloria a Dio Padre Onnipotente.
· Preghiamo il Signore per il nostro Papa Benedetto: il Signore Dio nostro, che lo ha scelto nell’ordine episcopale, gli conceda vita e salute e lo conservi alla sua santa Chiesa, come guida e pastore del popolo santo di Dio.
· Preghiamo per tutti i vescovi, presbiteri e i diaconi, per tutti coloro che svolgono un ministero nella Chiesa e per tutto il popolo di Dio.
· Preghiamo per i catecumeni: il Signore, Dio nostro, illumini i loro cuori e apra loro la porta della sua misericordia, perché mediante l’acqua del Battesimo ricevano il perdono di tutti i peccati e siano incorporati in Cristo Gesù, nostro Signore.
· Preghiamo per tutti i fratelli che credono in Cristo: il Signore Dio nostro conceda loro di vivere la verità che professano e li raduni e li custodisca nell’unica sua Chiesa.
· Preghiamo per coloro che non credono in Cristo, perché, illuminati dallo Spirito Santo, possano entrare anch’essi nella via della salvezza.
· Preghiamo per coloro che sono chiamati a governare la comunità civile, perché il Signore Dio nostro illumini la loro mente e il loro cuore a cercare il bene comune nella vera libertà e nella vera pace.
· Preghiamo a Dio padre onnipotente, perché liberi il mondo da ogni disordine: allontani le malattie, scacci la fame, renda libertà ai prigionieri, giustizia agli oppressi, conceda sicurezza a chi viaggia, il ritorno ai lontani da casa, la salute agli ammalati, ai morenti la salvezza eterna.
Dio onnipotente ed eterno, conforto degli afflitti, sostegno dei tribolati, ascolta il grido dell’umanità sofferente, perché tutti si rallegrino di avere ricevuto nelle loro necessità il soccorso della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Adoriamo la tua Croce, Signore, lodiamo e glorifichiamo la tua Santa risurrezione. Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo.