
Il vangelo di oggi è tratto dal grande discorso eucaristico di Gesù, che si dichiara mediatore tra Dio e agli uomini. Il Padre attira gli uomini che vengono a Cristo. È Lui che li risusciterà nell’ultimo giorno. È la fede che dà la vita eterna. Gesù è il pane della vita. Non un pane comune, ma un pane che dona la vita eterna. È un messaggio di speranza: “Chi crede – dice Gesù – ha la vita eterna. È necessario pero che il Padre lo attiri. Ma come si svolge questa attrazione verso Dio, come possiamo sentirla, al meglio? Sicuramente dobbiamo affinare i nostri sensi! Se il tratto di strada che percorriamo nel mondo, lo attraversiamo distratti o guardando solo noi stessi, sarà più difficile che la grazia possa agire in noi. Possiamo però volgere lo sguardo verso la bellezza della natura, alzare gli occhi al cielo ad ammirare le nuvole che passano, contemplare la perfezione dell’esistenza anche del più piccolo degli insetti e i tanti piccoli progetti della vita, tutti inseriti in qualcosa di più grande.
Ma la natura non è certo l’unica possibilità di percepire qualcosa di questa meraviglia che può portare a Dio:
che cosa spinge persone che neppure conosciamo, a fare un gesto d’amore nei nostri confronti?
Chi dà all’essere umano la possibilità di donarsi – in piccoli e grandi gesti – senza alcun tornaconto?
È veramente solo una delle capacità insite nell’uomo?
E poi non sentiamo spesso qualcosa che ci spinge a credere, ad amare, a donarci?
Possiamo aiutare la grazia di Dio, ed aprire gli occhi. Con i nostri sensi, e dotati dell’intelligenza, possiamo veramente fare “la nostra parte”.
La grazia è un dono. Ma perché non disporci con tutti i mezzi – anche quelli naturali- che abbiamo, per riceverla?
Con i doni umani lo facciamo. Ci prendiamo del tempo per riceverli, scartarli, guardarli. E non dimentichiamo di ringraziare chi ci ha donato qualcosa, sia pure piccola. Ringraziamo, dunque il Signore per la grazia della fede e per la vita vissuta con la fede. E facciamo anche noi la nostra parte, per collocare questa questo infinito dono in un ambiente che lo esalti al meglio.
Ma la natura non è certo l’unica possibilità di percepire qualcosa di questa meraviglia che può portare a Dio:
che cosa spinge persone che neppure conosciamo, a fare un gesto d’amore nei nostri confronti?
Chi dà all’essere umano la possibilità di donarsi – in piccoli e grandi gesti – senza alcun tornaconto?
È veramente solo una delle capacità insite nell’uomo?
E poi non sentiamo spesso qualcosa che ci spinge a credere, ad amare, a donarci?
Possiamo aiutare la grazia di Dio, ed aprire gli occhi. Con i nostri sensi, e dotati dell’intelligenza, possiamo veramente fare “la nostra parte”.
La grazia è un dono. Ma perché non disporci con tutti i mezzi – anche quelli naturali- che abbiamo, per riceverla?
Con i doni umani lo facciamo. Ci prendiamo del tempo per riceverli, scartarli, guardarli. E non dimentichiamo di ringraziare chi ci ha donato qualcosa, sia pure piccola. Ringraziamo, dunque il Signore per la grazia della fede e per la vita vissuta con la fede. E facciamo anche noi la nostra parte, per collocare questa questo infinito dono in un ambiente che lo esalti al meglio.
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