Esta es la juventud del Papa

Esta es la juventud del Papa

mercoledì 30 settembre 2009

Il Silenzio

Siamo immersi nel rumore e nel chiasso, nelle parole. Ma nella vita è importante anche il silenzio.
Nel silenzio del tuo cuore che prega o tace, che canta o piange, che teme o spera, tu puoi trovare una luce che ti illumina, puoi capire meglio tante cose, puoi incontrare Dio.
Dio è amico del silenzio.
E la sete di Dio si fa più forte nel silenzio.
Nel silenzio si coglie meglio il mistero, si attua la conoscenza autentica, si sente il delicato profumo di Dio.
Mai come oggi c’è bisogno di gente che ami il silenzio. Basta, a volte, un po’ di silenzio per riprendere di nuovo a vivere, per imparare di nuovo ad amare la vita.


Ingresso nel mistero.
L'uomo vive nel rumore, nella civiltà delle parole, non sa più cos'è il silenzio. Eppure la vita nasce nel silenzio, l'uomo muore nel silenzio. Il silenzio è indispensabilie per la vita dell'uomo: esso ti stimola a pensare, ti serve per non sbagliare, ti dispone al ascoltare, ti aiuta a pregare. è necessario nella vita avere momenti di silenzio: tacere di sè, è umiltà, tacere degli altri, è caritàè, tacere in determinati momenti, è saggezza, tacere nell'incertezza, è prudenza, tacere quando tutto ava storto, è pazienza. Non devi aver paura del silenzio: eso è maestro di verità, è pace, gioia, serenità. è il luogo per mettersi in contatto con Dio, è linguaggio, a volte, per capire Dio.

sabato 26 settembre 2009

Marco 9,38-43.45.47-48

[38]Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». [39]Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me.
[40]Chi non è contro di noi è per noi. [41]Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. [42]Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. [43]Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. [47]Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, [48]dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue".
Per Gesù, questa libertà interiore, e, capace di apprezzare il bene ovunque si trovi, non va confusa con un relativismo deteriore. Egli prende come termine di paragone ciò che più vale nella considerazione dell’uomo: lui stesso, la sua mano, il suo piede, il suo occhio. Scandalizzare è da intendere come ostacolo alla vita di fede. Di fronte a questo pericolo l’uomo deve essere disposto a qualsiasi rinuncia pur di salvare la fede. Tutto il resto senza fede diventerebbe insignificante.

La speranza

I giovani sono la primavera della vita, la speranza della Chiesa e dell’umanità. La giovinezza è il tempo degli ideali e degli entusiasmi, del coraggio e dell’ottimismo, delle domande più urgenti e delle decisione più importanti.Essere giovani significa avere un futuro pieno di speranza. La speranza cioè di andare avanti, la speranza, la speranza di trovare lavoro, la speranza di realizzare l’amore, la speranza di stringere una forte amicizia con Dio.


Un amico da non perdere
Tu sia di non poter vivere da solo, di no poter essere felice da solo, di non poterti salvare da solo: il contatto con gli altri arricchisce, il rapporto con Dio ringiovanisce. Tu esisti perché Dio da sempre ti ha pensato, hai un destino che solo lui conosce: egli può aiutarti a dare un senso alla tua vita, a impegnarla per qualcosa che vale a vivere non per comandare, ma per servire, non per godere ma per amare. Tu sei debole come creatura, ma sei forte come amico di Dio: egli può darti una mano per vivere la vita come dono, per accogliere gli altri come fratelli, per rifiutare ogni violenza. Nessuno ti è amico come Dio, egli vuole aiutarti a cessare di fare il male a imparare a fare il bene, a non perdere mai la speranza. Egli è un amico che sa essere fedele, un amico da non perdere.

venerdì 25 settembre 2009

L'impegno

Tanta parte della vita dell’uomo è impegnata nel lavoro. Ci sono molti modi di spendere la vita. Ma fare della vita una missione d’amore è ciò che aiuta l’uomo a essere più uomo. È veramente impegnato l’uomo che soccorre chi è nel bisogno, l’uomo che sta lontano dal male e fa il bene, l’uomo che prega e ringrazia Dio di esistere. La gioia entra nella vita di un uomo quando ha qualcosa da fare, qualche ragione per cui vivere e sperare. Se ci guardiamo attorno, vediamo che in tante cose ci si può impegnare di più, si può fare decisamente meglio.

La vita è impegno per tutti. Non devi accontentarti di quello che sei, perché tu sei chiamato a essere di più, puoi amare di più, puoi combattere di più l’ingiustizia puoi lottare di più per la pace. Tu puoi fare veramente di più, puoi rischiare di più per la fede, puoi testimoniare di più il Vangelo, puoi servire di più i fratelli. Tu puoi fare di più per realizzare te stesso; per promuovere agli altri; per vivere meglio.
Dio ti invita a dare di più, Lui che ha donato il massimo.
Belle parole ci offre San Paolo oggi. Dalla lettera ai Efesini 4,29-32.
Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato voi in Cristo.

giovedì 24 settembre 2009

Il Cuore della vita


Non è concepibile un cristiano che non preghi. Per chi crede e ha fede, pregare è un bisogno. L’uomo che prega è sereno, non si lascia prendere dalla sfiducia, non si smarrisce nella prova, si sente vicino a Dio. Ogni uomo cerca la pace e la felicità.
La preghiera è un’esperienza che dà sicurezza e serenità. È necessaria per osservare la legge di Dio. È luce per capire se stessi, è aiuto per affrontare meglio le difficoltà della vita, è stimolo per vivere nella speranza. La preghiera è il cuore della vita cristiana. È l’olio che alimenta la lampada della fede perché illumini il cammino del credente. È un rapporto particolare e personale con Dio che rende l’uomo convinto della propria piccolezza.

domenica 20 settembre 2009

50 anni fa…

Oggi San Zeno in Monte è in festa. 2 giovani faranno la prima Professione religiosa, (Giovanni e Yan), due faranno la prima professione trienale, Sor. Jiomara da cost e fr. Manoj Ethiervelil, 8 celebranno il 50° di professione religiosa, sono: Dal Corso Mons. Eugenio; Dalla Brea fratel Rodolfo; Desiderati fratel Carlo; Ferrari don Luigi; Gecchele don Gaetano; Lamesso fratel Agostino; Tosi don Tiziano e Zanni don Martino.

La consagrazione è l'incontro di due libertà: quella di Dio e quella della persona. è un "tesoro che portiamo in vasi di creta" La consacrazione è un dono di Dio e una risposta di amore a Dio accetando l’invito di vivere con Lui e per Lui.
Consacrarsi a Dio è fare la esperienza di amicizia con il Signore, è mettere Dio al centro della vita. Non c'è altra ragione più importante a questa. Solo chi è capace di accettare queste condizioni potrà sperimentare la libertà e la vera amicizia di Dio.
Al Signore non l'importa quante cose si fa’, ma come si fa’ tutto quello che si fa’. Il Signore non ci lascia senza difficoltà, liberi di sofferenze, privi di tentazioni solo perche siamo religiosi, no, il Signore conosce tutte queste cose e ci ha insegnato come affrontarle. Lui ha dato l’esempio, abbracciando la croce.
Anche noi, suoi discepoli, siamo chiamati a abbracciare con serenità la propria croce. La croce ci salverà. E dal nostro esempio i fratelli impareranno l’amore di Dio.

Preghiamo assieme perchè, con la grazia del Signore, possiamo tutti percorrere un cammino di fedeltà nel seguire Gesù, secondo lo spirito che ha vissuto e ci ha insegnato San Giovanni Calabria.

Dio è amore

Ci è stato sempre detto che nella vita bisogna amare, bisogna voler bene a tutti. Solo chi ama dimostra di aver capito Dio. Dio, infatti, è amore. L’amore di Dio è come il sole che illumina e riscalda la terra del cuore dell’uomo. È come una sorgente da cui attingere l’amore per te e per i fratelli. È un mistero che non sai definire, ma che puoi sperimentare nella concretezza della vita.
Chi vive ama. Chi ama vive veramente, Chi, poi, vive e credi in Dio si sforza anche di amare come ama Dio.
Amare come ama Dio
Dio è amore, egli ti ha creato per amore, ti ha fatto libero per amore, ti chiede di vivere nell’amore. Dio è amore perché ama gratis, perché ama per primo, perché ama anche quelli che non se lo meritano. Dio è amore, egli ama i piccoli e i grandi, i poveri e i ricchi, i sani e i malati, ama tutti senza distinzione alcuna. Dio è amore, amare è farsi conoscere da chi si ama, è farsi simile a chi si ama, è donare la vita per chi si ama. Amare non è solo simpatia, è volere il bene degli altri, è dialogare con gli altri, è soffrire con gli altri, è anche perdonare gli altri. Non c’è vero amore senza dolore. Dio è amore,solo l’amore lenisce il dolore, solo l’amore vince la paura, solo l’amore ridona la speranza. Ciò che importa nella vita è poter amare, ma ciò che più conta è amore come ama Dio.

Dal Vangelo di Marco


Gesù, oggi, si confida con i suoi, parla delle sue preoccupazioni: la folla, dopo i primi entusiasmi, si è raffreddata: Gesù è un fallimento, un bluff. Le cose hanno preso una piega inattesa, devastante, Gesù, turbato, è disposto ad andare fino in fondo al suo disegno d’amore. Gesù con pazienza si mete a parte, non pensa nel suo dolore e insegna i suoi discepoli.

Mc. 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: “Il figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno;ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?” Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E, presso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.


Gesù parla della sua morte e i dodici stanno distribuendosi i posti, litigando sui privilegi. Dio mio, quanta meschinità
...e mi vieni i brividi solo di pensare che anche noi facciamo la stessa cosa, misuriamo sfacciatamente le priorità. Invece Gesù entra nel mondo senza privilegi.
Gesù, ancora una volta pazientemente insegna … “tra voi non sia così”. Dio sa mettersi da parte perché ascolta, perché è l’amore assoluto, l’amore realizzato, maturo.
Gesù condivide in tutto la fatica e la fragilità degli uomini ma non lascia che la paura soffochi l’amore.
Il dolore, la croce, le sofferenze fanno parte della nostra vita. Abbiamo fede che per “strappare” il meglio dentro di noi, dobbiamo tutti, passare per le prove di Dio. Dio è il “fuoco” che purifica nostro cuore, capacitandolo per amare.

sabato 19 settembre 2009

Sete di Dio


La più grande verità, contenuta nella Bibbia, è la creazione dell’uomo che nasce in questo mondo porta con sè un’impronta di Dio. Il più profondo, il più universale che esista nel cuore dell’uomo.
Dio è la sete che l’uomo ha della verità e della libertà, della giustizia e della bontà. Egli seduce e incanta, affascina e stupisce a un tempo. È vicino a chi lo cerca, si fa sentire da chi lo invoca. Simpatizza quasi con tutti.

Pipocas de vida

Milho de pipoca que nao passa pelo fogo continua a ser milho para sempre. Assim acontece com a gente. As grandes transformaçoes acontecem quando passamos pelo fogo. Quem nao passa pelo fobo, fica do msmo jeito a vida inteira. Sao pessoas de uma mesmice e uma dureza assombrosa. Sò que elas nao percebem e acham que seu jeito de ser è o melhor jeito de ser. Mas, de repente, vem o fogo. O fogo è quando a vida nos lança numa situaçao que nunca imaginamos: a dor!

Pode ser o fogo de fora: perder um amor, perder um filho, o pai, a mae, perder o emprego ou ficar pobre.
Pode ser fogo de dentro: panico, medo, ansiedade, depressao ou sofrimento, cujas causas ignoramos. Hà sempre o recurso do remedio apagar o fogo! Sem fogo o sofrimento diminui.

Com isso, a possibilidade da grande transformaçao tambèm. Imagino que a pobre pipoca, fechada dentro da panela, là dentro cada vez mais quente, pensa que sua hora chegou: vai morrer.
Dentro de sua casca dura, fechada em si mesma, ela nao pode imaginar um destino diferente para si. Nao pode imaginar a transformaçao que està sendo preparada para ela.
A pipoca nao imagina aquilo de que ela è capaz. Aì, sem aviso previo, pelo poder do fogo a grande transformaçao acontece. BUM!
E ela aparece como uma outra coisa completamente diferente, algo que ela mesma nunca havia sonhado.

Bom, mas ainda temos o piruà, que è o milho de pipoca que se recusa a estourar.
Sao como aquelas pessoas que, por mais que o fogo esquente, se recusam a mudar. Elas acham que nao pode existir coisa mais maravilhosa do que o jeito delas serem.
A presunçao e o medo sao a dura casca do mllho que nào estoura. No entanto, o destino delas è triste, jà que ficarao duras a vida inteira!!

Deus è o fogo que amacia nosso coraçao, tirando o que nele hà de melhor! Acredite que para extrairmos o melhor de dentro de nòs temos que, assim como a pipoca, passar pelas provas de Deus. Talvez hoje voce nao entenda o motivo de estar passando por alguma coisa... Mas tenha certeza que quanto mais quente o fogo mais ràpido a pipoca estoura.

giovedì 17 settembre 2009

Dal vangelo secondo Luca 7,36-50


In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco,una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: “ Se costui fosse un profeta, saprebbe che è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!” Gesù allora gli disse: “ Simone, ho da dirti qualcosa”. Ed egli rispose; “ Di pure maestro”. “Un creditore aveva due debitori; uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più? Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più” Gli disse Gesù”: “Hai giudicato bene”. E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei vece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo: lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “ I tuoi peccati sono perdonati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i peccati?” Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.

La pagina di oggi ci commuove:
· Gesù il misericordioso,perdona la prostituta senza chiederle nulla, perché legge nel profondo del suo cuore.
· Gesù legge dentro di ciascuno di noi, legge le nostri intenzioni
· Dio ci giudica dalla forza dell’amore, non dai risultati!
· Gesù interviene senza offendere nessuno, semplicemente racconta una piccola parabola. Chiede autorizzazione al dono della casa per poter farlo. Non giudica, Gesù insegna il cammino del amore.
· Alla fine è Simone stesso a capire, a cogliere il senso profondo delle parole di Gesù: è vero, a chi molto ama è molto perdonato.
· Grazie Signore per la tua misericordia con tutti noi.

mercoledì 16 settembre 2009

Cercare il cielo

Un bambino, vedendo ogni sabato un cieco davanti alla porta del Tempio, dopo avergli fatto l’elemosina, chiese:
-“Da quanto tempo sei cieco?”.
-” Dalla nascita”.
-“Che lavoro fa?”.
-“L’astronomo”.
-“Ma come ? Non sei cieco?”.
-“Sì. Però mi soffermo volentieri a guardare tutte le stelle dell’immenso cielo che ho dentro di me. Perche non provi anche tu?”.

Dal libro "Le parabole di un Pierino", di Don Antonio Mazzi

Canoa

C’era una volta una squadra italiana di canoa.
Una società italiana ed una americana decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma gli americani vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro.
Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l’anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema.
Il gruppo di progetto scoprì dopo molte analisi che gli americani avevano sette uomini a remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi il management dette una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana. Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c’erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare.
Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra.
Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi.
Inoltre si introdusse una serie di punti per motivare il rematore: “Così lo invogliamo a dare il meglio di sé”.
L’anno dopo gli americani vinsero con un vantaggio di due chilometri.
La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato.
La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato.
N.B. Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.
(Dal libro “Le parabole di un Pierino” di, Don Antonio Massi).

Cristo il Salvatore di tutti.

Cristo è venuto sulla terra, è venuto per tutti, è venuto anche per te. Egli è l’amico dei poveri, il fratello di ogni uomo, il salvatore di tutti. Tu hai bisogno di Cristo, egli guarda alla tua miseria e ti comprende, vede il tuo peccato e ti perdona, illumina la tua vita e ti ridà la giovinezza. Tu hai bisogno di Cristo, ma non puoi conoscerlo senza incontrarlo, né lo puoi incontrare senza cercarlo. Egli è venuto per dirti la verità, per indicarti la via, per donarti la vita. Tu hai bisogno di Cristo, per conoscere la tua grandezza per scoprire la tua povertà, per trovare la vera felicità. Solo Cristo ha parole di vita, solo Cristo ha progetti di giustizia, solo Cristo è sorgente di libertà. Tu hai bisogno di Cristo, egli non è un amico qualunque, ti insegna molte cose, soprattutto ti invita a fare della vita un dono ai fratelli, un impegno di pace, un servizio d’amore.

La Parola di Dio

Lc 7,31,35
In quel tempo, il Signore disse: “A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:”Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” . È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli”.
Ha ragione, il Signore, ha ragione: non siamo mai contenti, mai soddisfatti
Quando capiremo che ci è affidato il Regno e che la diversità o le differenze sono un dono? Che la lamentazione non è accettabile nei figli di Dio? Che ci occorre un sguardo profondo e di fede sulla realtà, su di noi, sulla chiesa, con i suoi difetti e peccati? Poi, certo, insieme decidiamo cosa è meglio … Ma sono scelte conseguenti all’incontro e al rispetto del primo comandamento del Signore che è quello dell’amore reciproco! Grazie, Signore, di questa giornata, della mia vita, delle cose che ho, di me stesso. Non tutto funziona come vorrei, o come dovrebbe, ma non voglio, oggi, lamentarmi di nulla: ho te, cosa mi manca?

martedì 15 settembre 2009

La Lotta interiore


Sono andato a visitare un amico, lui stava per partire e non poteva attendermi e non aveva più tempo. Allora, prima di andarsene via mi lasciò un foglio con un messaggio. L’ho letto attentamente e disse a lui, che stava uscendo, è molto interessante, mi fa’ molto piacere e mi identifico molto con tutto quello che scrive questo vecchio anacoreta. Ho pensato, è cosi interessante che può essere interessante anche per quelli che seguono il mio blog.
Il messaggio è la storia de un vecchio anacoreta o eremita, cioè, una di quelle persone che per amore di Dio si rifugiano nella solitudine del deserto, delle foreste, o delle montagne solo per dedicasi alla preghiera e alla penitenza.

Lotta interiore
Si lamentava spesso che aveva troppe cose da fare. La gente gli domandò come era possibile che nella solitudine avesse cosi’ tanto lavoro. Rispose loro:
“Ho da addomesticare due falchi,
addestrare due aquile,
mantenere fermi due conigli,
vigilare su un serpente,
caricare un asino
e dominare un leone”.
Non vediamo nessun animale vicino alla grotta dove abiti. Dove sono tutti questi animali?Allora l’eremita diede una spiegazione che tutti capirono, perché questi animali sono tutti dentro di noi.
I due falchi, si scagliano sopra tutto quello che si presenta loro, buono o cattivo. Devo addomesticarli perché si scaglino soltanto sulle giuste prede. Sono i miei occhi.
Le due aquile con i loro artigli feriscono e straziano. Devo addestrarle perché imparano a servire e aiutino senza ferire. Sono le mie mani.
I conigli vogliono andare dappertutto, fuggire dagli altri ed evitare le cose difficili. Devo insegnare loro a stare fermi anche quando devono affrontare una sofferenza, un problema o qualcosa che non piace … Sono i miei piedi.
Il più difficile è vigilare il serpente anche se è racchiuso in una gabbia con 32 sbarre. Sempre pronto per mordere ed avvelenare quelli che stanno intorno, appena si apre la gabbia. Se non vigilo da vicino causa danni. E’ la mia lingua.
L’asino è molto ostinato, non vuole compiere il suo dovere. Sostiene di essere stanco e non vuole portare il uso carico ogni giorno, e’ il mio corpo.
Finalmente devo dominare il leone, crede di essere il re, vuole essere sempre il primo, è vanitoso ed orgoglioso e’ il mio cuore.

Tante volte "messi alle strete" nel nostro lavoro, non abbiamo tempo per pensare al nostro essere, allora andiamo avanti facendo tante cose, facendo di tutto e per tutti, pensando fare in questo modo la volontà di Dio. Ma non sarà che Dio stà chiedendo qualcosa diversa di come organizziamo la nostra giornata, quindi la nostra vita? L’equilibrio tra nostro mondo esteriore e mondo interiore è per ciascuno di noi, la base per una sana armonia con la vita, con noi stessi e con Dio.

“Nella misura in cui lottiamo … scopriremo il meglio che c’è nel nostro interiore … e Saremo uomini e donne per il BENE.”

Gv.19,25-27

In quell’ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
· Maria, madre di ogni uomo, ha amato più di chiunque. Dio l’ha resa la via più facile per andare a lui, la via più sicura per salvarsi. Ella è il silenzio che ascolta, la presenza che incoraggia, l’aiuto che solleva.
· Maria condivide il dolore del figlio, come ogni madre, più di ogni madre…
· Giovanni annota: Maria sta sotto la croce.
· Sta, irremovibile, ferma nalla sua fede, ostinata, tenace.
· Sta: anche se tutto, ora, sembra darle torto, lei sa che si sta realizzando il disegno di Dio.
· Sta: per qualche ora, tuta la speranza del popolo di Israele, tuta la fede della nascente chiesa sono racchiuse in lei, la sola credente.
· Sta: non vacilla, non teme, no dispera.
Quel suo gesto di fermezza, così umano, così forte, così disperato, ha colpito la fede dei suoi discepoli che l’hanno invocata con il titolo di “addolorata”.

Respirare Dio
È vero, Dio tu non lo vedi, non lo incontri per strada, né puoi stringergli la mano, ma quando cerchi la verità, quando lotti per la giustizia, quando ti impegni per la pace, tu affermi che esite Dio. Egli sorge in te come il sole al mattino, cresce in te come il seme nella terra, è acccanto a te come la persona che ti amam. Se guardi gli occhi di un bambino, se osservi la strututa di un florellino, se ammiri i colori di un cardellino, tu intuisci che esiste Dio. Egli è la sorgente di ogni vita, è la speranza di ogni uomo, è il desiderio di ogni cuore. Se pensi all’amore di una mamma, se ricordi l’affetto di un amico, se provi l’amore nella vita, tu capisci che esiste Dio. Egli ti è vicino anche se non lo vedi, ti ascolta anche se lo dimentichi, perché vivere è respirare Dio.
· “Il cristiano è una persona che porta Gesù nel suo cuore nel suo sguardo nei suoi gesti in tutta la sua persona e dovunque egli venga a trovarsi”.
(Buona giornata a tutti.)

domenica 13 settembre 2009

Verona, Vista dalla terraza di San Zeno

Cristo



Cristo, venendo sulla terra, ha condiviso in tutto, eccetto nel peccato, la vita dell’uomo. Come ogni uomo, ha conosciuto l’alba e il tramonto, la gioia e il dolore, la stanchezza e il riposo, la solitudine e l’amicizia, il rifiuto e l’accoglienza; ma ha vissuto in un modo come nessun altro ha saputo fare sulla terra. Ha denunciato l’ipocrisia, ha condannato l’ingiustizia, ha promosso la fraternità, ha insegnato l’amore. Egli, con la testimonianza della vita, ci ha indicato come vivere. E ciò spingere ogni cristiano a fare altrettanto.
S. Marco 8,27-35
“La Gente, chi dice che io sia?”
In quel tempo, Gesù parti con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: “La gente, chi dice che io sia?” Ed essi gli risposero: “Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti”. Ed egli domandava loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro gli rispose: ”Tu sei il Cristo”. E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e , dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Piertro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: “Se qualcuno vuoi venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”.
Confessione di fede...
La liturgia di oggi mostra chiaramente che nessuno può salvarsi senza passare per la croce, per la sofferenza. La sofferenza è la strada obbligatoria per ciascuno di noi che vuole seguire Gesù da vicino. La confessione di Pietro fa risuonare il vero volto di Gesù. - Ecco il vero volto del Cristo: L’obbedienza al Padre, la via della croce de della morte, come segno del dono totale di sé, dove il Figlio dell’uomo si rivelerà come Figlio di Dio.
L’opera di Dio è il volto umiliato, povero e sofferente di Cristo, che sarà trasfigurato nella luce del Cristo. L’opera di Dio è il volto della comunità ecclesiale, che fedele alla Parola e all’Eucaristia, dovrà fuggire la tentazione del potere, delle divisioni: scegliere la via della donazione, del sacrificio e camminare nella costante legge dell’amore.

giovedì 10 settembre 2009

Col,3.12-17 - Lc,6.27-38

[12]Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; [13]sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. [14]Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. [15]E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti! [16]La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. [17]E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Lc6,27-38
[27]Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30]Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. [31]Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. [32]Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33]E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34]E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. [35]Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. [36]Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; [38]date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».
San Luca propone ai discepoli del Signore, una misura di santità che mette i brividi, amare i propri nemici, perdonare, donare senza condizione: tutto ciò manifesta la nostra appartenenza al Signore… La perfezione di Dio consiste nella sua infinita misericordia, nella sua pazienza illimitata, nel suo amare senza condizioni e senza misura. Perciò possiamo, sfiorando il paradosso, partecipare alla sua santità, che non consiste nel non fare errori, ma nel farli per eccesso d’amore.

mercoledì 9 settembre 2009

Dimmi tu...

Dimmi: se vedessi uno privo del cibo necessario, senza curartene, adornassi d’oro solo la sua mensa, credi che ti ringrazierebbe o piuttosto non si infurierebbe contro di te?
E se vedessi uno coperto di stracci e intirizzito dal freddo, trascurando di vestirlo, gli innalzassi colonne dorate, dicendo che lo fai in suo onore, non si riterrebbe forse di essere beffeggiato e insultato in modo atroce?

Pensa la stessa cosa di Cristo, quando va errante e pellegrino, bisognoso di un tetto. Tu rifiuti di accoglierlo nel pellegrino e adorni invece il pavimento, le parti le colonne e i muri dell’edificio sacro. Attacchi catene d’argento alle lampade, ma non vai visitarlo quando lui è incatenato in carcere. Dico questo non per vietarvi di procurare tale addobbi e arredi sacre, ma per esortarvi a offrire, insieme a questi, anche il necessario aiuto ai poveri, o, meglio, perchè questo sia fatto prima di quello. Nessuno è mai stato condannato per non aver cooperato ad abbellire il tempio, ma chi trascura il povero è destinato alla geenna, al fuoco inestinguibile e al supplizio con i demoni.
Perciò mentre adorni l’ambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre. Questi è un tempio vivo più prezioso di quello.

Col 3,1-11, Lc, 6-20-26


[1]Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; [2]pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. [3]Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! [4]Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria. [5]Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, [6]cose tutte che attirano l'ira di Dio su coloro che disobbediscono. [7]Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. [8]Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. [9]Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni [10]e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. [11]Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.
Luca,6-20-26
20]Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. [21]Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. [22]Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. [23]Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli.Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. [24]Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. [25]Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. [26]Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

Via della Conciliazione

lunedì 7 settembre 2009

COMO DEVEMOS SER NESSE MUNDO QUE ESTA AÍ ?

Jesus nos confia uma missão, a serviço do Reino. Cristo é o caminho. Ele nos ensina a viver nesse mundo fazendo o bem e sem privilégios. Fazer o caminho desde dois aspectos: 1.Descobrir em Jesus a relação profunda que tem com seu Pai. (Jo. 16,32). Aprender de Cristo a ficar em sua presença. Todo o projeto de Cristo se realiza em relação profunda com o Pai. O aprendizado é esse abandono no Pai. Então a vida dele é puro Amor, é alegria. Ele faz a vontade do Pai. O Pai é a sua força:[1]
Os Apóstolos pedem que Jesus lhes ensine a rezar. Os discípulos incentivados por Jesus aprenderam a rezar. Eles não se sentem sozinhos. A marca dos homens e mulheres que seguem a Cristo é não sentirem-se sozinhos, a solidão será preenchida ficando muito tempo na sua companhia. Permanecer em Jesus, escutá-lo, contemplá-lo. É impossível conhecer o Cristo, sem fazer a oração do profundo.
O que faz a diferença em Jesus é a sua maneira de rezar. E Maria, (nossa mãe) aprendeu tudo de seu Filho Jesus e sintetiza sua intimidade com com Deus no cántico maravilhoso do Magnificat. No magnificat ela nos leva a recordar a simplicidade, a disponibilidade, a humildade, o valor da família, o dever de mãe, o dever dos pais etc.
A maneira como Jesus vive sua relarelação com o Pai é de desapego a tudo, sem privilégios, que se contenta com pouco e com nada. Eu, me identifico com este Cristo ou tenho outro modelo aonde inspirar-me? Com que tipo di Cristo tenho minha maior intimidade?
Para seguir o Cristo do profundo, eu também devo fazer um serio discernimento das coisas que não me fazem bem mantê-las.
Muitos fazem tudo e justificam tudo; e eu não serei desses também, ou seja, que tem uma justificação para tudo?
Cada um de nós é chamado a viver (descobrir), certa austeridade (ascese). Com que coisas eu posso ter e que coisas não me fazem bem tê-las.
Santo é santo, cada um tem o seu jeito de ser... São Paulo motiva a generosidade e a Pobreza por amor.
A pobreza, humildade e a caridade são condições básicas de vida:
· dar gratuitamente, sem esperar nada em troca.
· conhecer Jesus e poder acreditar na simplicidade de vida, sem tantos privilégios...!
[1] Jo.16,32; 8,29; Jo.4,34;Jo. 17,9; Lc.11; Atos 16;

domenica 6 settembre 2009

Marco7.31-37

Muitos não tem o privilegio que a gente tem, de poder participar da Missa todos os dias e entrar em contato com a Palava de Deus, è por isso que eu coloco a disposição de quem quiser a possibilidade de ler a través do blog a carta que Deus mesmo escreve para cada um ao iniciar o dia. A mensagem do dia de hoje è a seguinte:

Iasaía 35,4-7a ; e Lettera Giacomo 2,1-15
(Il profeta diceva, parlando del Messia_ “Allora si aprirano gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi” Davanti ai miracoli di Gesù, la folla risponde con le stesse parole. L’apostolo Giacomo esorta tutti a non far distinzione tra i ricchi i poveri. Ci dice:(Ascoltate, fratelli miei carissimi_ Dion non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?)

[31]Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. [32]E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. [33]E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; [34]guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». [35]E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. [36]E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano [37]e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

“Gesù ha fatto bene ogni cosa: Fa udire sordi e fa paralare i muti”
Gesù pose al sordomuto le dita negli orecchi e con la saliva gli tocò la lingua; emise un sospiro e gli disse: “Effatà”. Effatà, “apriti”! è l’ordine con cui Gesù si rivolge l’uomo dalle orecchie e dalla labbra chiuse. È l’opera de Dio che continua a salvare l’uomo, perché sia risanato e guarito. Per questo Gesù compie miracoli perché l’uomo possa ascoltare e cantare la gioia della vita. È il grande messaggio del “secondo Isaìa” che raccolto dall’evangelista Marco, in questa odierna liturgia, ci consegna in quell’imperativo, la forza e l’efficacia della parola di Gesù nella vita del sordomuto. Un’azione che avviene nel silenzio “in disparte, lontano dalla folla”, in un atteggiamento orante, con una gestualità significativa che esprime la volontà divina di liberare l’uomo dal male, trasfigurando ogni sofferenza e povertà. Il Cristo si manifesta come il Messia che ridona all’uomo in condizione di comunicare con il linguaggio dell’amore e della lode.
Signore, apri il nostro cuore e comprenderemo la tua parola, apri le nostre labbra e la nostra bocca proclami la tua lode.
Non dimentichiamoci, che Gesù è con noi non solo assistendo la Chiesa con lo Spirito Santo, ma è realmente presente col suo corpo, anima e divinità nella santa Eucaristia da cui, come da suo centro, irradia raggi di luce in tutti i luoghi ove si trovano i suoi figli.
Una buona domenica del Signore a tutti…

sabato 5 settembre 2009

Luca 6, 1-5

[1]Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. [2]Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?». [3]Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? [4]Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». [5]E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato».

venerdì 4 settembre 2009

Lc 5,33-39

Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!». [34]Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? [35]Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». [36]Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. [37]E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. [38]Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. [39]Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».
Cosa c’insegna Gesù con questo brano?
C’è in questo brano una ricchezza che non si finiremo mai di meditare.
La prima cosa che possiamo vedere o chiederci è chi sono questi “giudei e questi farisei” cosi propensi a giudicare?
Non è possibile pensare che sia anche io uno di loro? E se io fossi uno di loro, davanti a questa forte scossa di Gesù, come reagisco?
Continuo a pensare che io, giusto fariseo, che non riesce a riconoscere il nuovo di cui ho bisogno e non ho la capacità di capire cosa significa, questo vino nuovo che mi viene proposto?
Non sarà troppo compromettente per me accettare che il vino nuovo cambi i miei atteggiamenti, i miei propositi, la mia maniera di fare le cose, di ascoltare le persone che si muovono, che camminano accanto a me?
Questo vino nuovo che rappresenta la vita nuova, lo spirito nuovo che Gesù ci da, deve essere messo dentro, non accanto o dietro al nostro cammino, perchè possa risaltare la vita di Gesù e non la mia.

Allora nel mio essere, nel mio attuare è proprio questo vino che ci da la nuova vita e tutti quelli che mi stano attorno possono attingere da me un nuovo stile di vita.
Il vino nuovo è Gesu che si confonde in me, che entra in me e che mi chiede che la mia attitudine sia di accoglienza, di apertura, di gioia per questa nuova compagnia.
Il nuovo vino può essere buono solo quando troverà un’anima nuova, una vita nuova, il cambio di vita in Lui.
Cristo risolve il mio digiuno di gioia e di libertà quando trova in me la gioia della sua compagnia.
Una buona giornata a tutti.

giovedì 3 settembre 2009

Na cama com o inimigo

È comum encontrar pessoas cansadas porque não conseguem dormir direito. Um repertório de conhecidos lamentações: tive uma noite daquelas; passei a noite girando na cama; esqueci de comprar o rimédio para dormir; a criança ao lado que chora; o doente mental que bate no armário; a fome do dia, a falta de paz interior; o vizino com o audio alto…Ufa, todas realidades estas e outras mais, que nos acompanham e perturbam nosso descanso noturno.
Todos temos “inimigos”, eles são parte da nossa vida, são como o ar que respiramos, eles fazem possível a nosssa existência. O que não pode acontecer é permitir que eles ganhem a batalha por causa da nossa incapacidade de controlá-los emocionalmente.
Deus nos pensou como um todo, com tempos para tudo, separando o dia da noite, para que com inteligência cada um pudesse organizá-los com equilibrio.
Mas como os “inimigos” são muitos e diferentes para cada individuo, melhor não ficar individualizando-os porque poderiam ficar de fora alguns que são muito súdolos, que se escondem no silêncio misterioso e são os mais perigosos, os que envenenam, envergonham e matam.
Vou contar algumas decisões que eu tomei para não dormir mais com os inimigos e desfrutar de melhor sono, sem precisar recorrer ao uso dos entorpecentes ou coisas parecidas, que estimulassem o sono, embora nem sempre tenham sido totalmente eficazes e são as seguintes:
Certa feita um amigo, depois da sua visita a Lourdes (França), lugar das aparições de Nossa Senhora, presenteou-me com uma garrafinha de água daquele abençoado lugar das aparições. Falou-me: “trouxe para você, é uma pequena lembrança, espero que ela sirva de guia de noite e de dia.”- Obrigado, disse-lhe, seu gesto não tem preço. Desde esse dia até hoje nunca mais abandonei a garrafinha e aonde eu vou ela vai comigo na minha bagagem, e de noite ela fica sempre bem protegida em minhas mãos ou debaixo do meu travesseiro. Assim ela foi tomando o lugar daqueles que só estavam aí para encomodar.
Outro recurso, também muito oportuno para quem acostumou a dormir com o inimigo, que deixa-o muito irritado, mal humorado ao despertar, cansado, raivoso etc., è ter ousadia para livrar-se deles antes. Mas como livrar-se antes? Vejamos, você pode apagar o seu dia ficando uns minutinhos consigo mesmo, sem ruidos, para escutar, sim, os ruidos do silêncio profundo; para sentir as batidas do seu coração, sentir como o mesmo está em perfeita harmonia, e assim pensando procura levar sua atenção até dormir.
Mas, se ainda continuar a insônia, saia do seu “mundo interior” e dê uma olhadinha nas coisas que ocupam todos os espaços do quarto de dormir: a TV, o audio, celular, o notebook… Não sou daqueles que colocam culpas nesses instrumentos a ponto de pensá-los como inimigos; para muitos são verdadeiros soníferos, indispensáveis para fugir da solidão. Mas se percebes que eles estão perturbando sua paz, até não poder dormir, então uma ótima coisa é deixá-los fora. Se a TV, por exemplo, incomoda, nem pense de fazer uma doação aos pobres; para eles também lhes fará mal, simplesmente livre-se dela, tirando-a de dentro do quarto ou da sua cabeça. Se com o seu notebook você precisa ver o último pedaço do filme, ou aquelas imagens que não conseguiu ver no seu lugar de trabalho, então você vai acabar longe demais e termina dormindo com o inimigo; acredito até que vai sentir gosto momentâneo, porém outra vez vai acordar cansado e sem graça.
Depois disso tudo, se o inimigo continua em sua companhia e a insônia o atormenta mais e mais, levante-se, faça tudo com muito cuidado para não encomodar os que dormem serenamente, fique atento para não derrubar coisas, querendo chamar a atenção sobre você e se compadeçam. Abandone o quarto, tome um tempo, pense sobre aquilo que havia rezado ao iniciar seu dia e se não havia rezado nada, então escreva nessa hora uma prece, depois medite-a por alguns momentos, deixando-se levar até o mais profondo de você e logo volte a dormir.
Se depois de ter passado por varios exercícios desses, repetidos muitas vezes em dias sucessivos, e tudo continua igual, então deixe todos os seus inimigos sobre a cama, va diante de um espelho, e fique por um tempo olhando fixamente a imagem que ele reproduz, observe se a imagem é a sua ou do seu inimigo. Aos poucos sentirá dentro de você uma voz dizendo mais ou menos isso: -Cara, como você está mudado, não estará trabalhando demais?…Você “tá” ficando louco… Acabe logo com isso, viu!
Você quer dormir em paz e viver bem seus anos, procure não dormir com eles, “os inimigos”. Tome conhecimento deles e livre-se antes de deitar.
Amanhã tem mais no meu blog… espero você lá. Até amanhã.