Esta es la juventud del Papa

Esta es la juventud del Papa

lunedì 22 febbraio 2010

Qualche pensiero spirituale che possa aiutare per iniziare gioiosamente la prima settimana della Quaresima.

La prima settimana della Quaresima, per antichissima tradizione, ci presenta l’episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto: Gesù si è fatto in tutto simile a noi: ha affrontato le prove e le tentazione più grandi. Ha vissuto momento di sofferenza e di solitudine. Ma ha vinto il maligno: lo ha vinto con la Parola di Dio e con la sua fiducia piena nel Padre dei cieli. È interessante notare che ad ogni tentazione del maligno Gesù risponde con una frase chiara della Bibbia, della parola di Dio. Nella parola di Dio c’è sempre la chiarezza, la decisione, la luce e la forza per vincere la tentazione e il male. Anche noi siamo tentati, tante volte e in tante situazioni della nostra esistenza. Anche noi possiamo vincere le tentazioni con la forza della Parola di Dio.
Gesù, come te, anch’io sono tentato di inseguire spesso idoli falsi, che non sono il Dio vero. Aiutami a scegliere di stare dalla parte del Padre e dammi la forza di dire no alle tentazioni che mi allontanano da Te. Donami, illuminato dallo Spirito Santo, la consapevolezza che solo tu sei la mia ricchezza.

Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede". 1Gv 4,,20. Chiedo a Dio la grazia di accogliere le persone che incontrerò oggi. Cercherò di aprire gli occhi sugli "ultimi" che mi circondano.
Per Meditare:
“Quante volte nella mia vita ho ceduto alle lusinghe del successo e del potere da raggiungere a qualsiasi prezzo, anche a costo di sacrificare gli altri all’altare della mia ambizione e del mio desiderio di onnipotenza? Qual è il mio atteggiamento nella tentazione? Preghiera e Parola di Dio sono le mie “arme” contro il tentatore?

mercoledì 17 febbraio 2010

Quaresima

Ritornate al Signore con tutto il cuore
Quaresima:
tempo della preghiera, della parola di Dio e del digiuno … per tonificare la nostra vita interiore. Quaresima: tempo di Dio e tempo particolarmente nostro, tempo di preghiera intensa, tempo di conversione sincera, tempo di lotta contro il male e contro ciò che in noi stessi è tentazione, mateialismo, egoismo; tempo di amore al prossimo, di condivisione, di riconciliazione, di carità concreta verso i poveri e i bisognosi.
Se vogliamo vivere da "santi", dobbiamo inchinarci verso gli ultimi, perchè Lui è in loro.
Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore pronto a ravvedersi riguardo al male. Dal libro di Gioele 2,12

La Quaresima è un tempo di grazia. San Paolo ci esorta “a non accogliere invano la grazia di Dio”. Il Signore “dice infatti: “al momento favorevole ti ho esaudito, e nel giorno della salvezza ti ho soccorso”. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2 Cor 6,1-2).

È tempo di conversione e di riconciliazione con Dio. Ne è segno e strumento il prezioso sacramento della Penitenza. “ Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciate avi riconciliare con Dio” (Cor 5,20).

È tempo di purificazione interiore, di rigenerazione spirituale. Purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito” (2 Cor 7,1).

È tempo di “deserto”, è spazio di silenzio e di preghiera, di ascolto della Parola di Dio: “ la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. (Os2,16). La Parola di Dio è la sorgente e il nutrimento della fede: “ la fede viene dall’ascolto” ) Rom 10,17).

La Quaresima ci induce a condurre una vita impronta alla vigilanza e alla sobrietà, di cui el digiuno e l’astinenza sono segni emblematici. “ Siete figli della luce … Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobrii” (1 Ts 5,5’6).

La Quaresima ci immette nel mistero pasquale della morte e risurrezione di Cristo, di Colui che “ mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20). Il cuore della Quaresima è L’Eucaristia, che è la celebrazione di questo mistero pasquale, mistero di amore e sorgente di amore (cfr 1Cor): L’amore con cui il signore ci ama genera in noi il nostro amore per i fratelli.

(Mons. Giuseppe Greco)

Ci sarà qualcosa aldilà della “ mia città”.

Tutte le cose vive devono morire, questo è innegabile. Ma non è un morire inteso come distruzione definitiva del nostro essere. Tutt’altro. Nell’universo creato da Dio la distruzione non può esistere. C’è solo trasformazione da uno stadio all’altro di esistenza, da un livello inferiore a uno più progredito. Il grado di questo progresso, cioè l’altezza del gradino successivo, è determinato da quanto siamo stati capaci di compiere nel corso della nostra esistenza terrena.

Se il fiore, morendo, lascia cadere i semi che daranno vita ad altri fiori, e così per sempre, anche la nostra vita deve necessariamente dare origine a un’altra vita.

Essendo la realtà di quest’altra vita un punto fermo, innegabile, ognuno di noi può interpretarla e immaginarla nel modo più conforme alla propria indole, al proprio credo religioso o alla propria filosofia. Ognuno ha diritto di immaginarsi l’aldilà come meglio crede, nel modo che meglio risponde ai propri interrogativi. L’importante è sentire a livello spirituale che questo aldilà esiste, perché è la tappa successiva, ma non ultima – del nostro viaggio di ritorno al Padre.

Cosa troverò aldilà? Luce ! Amore!

Aldilà non c’è nulla di quello che custodiamo tanto in questo mondo. Di là ci sarà solo la nostra storia, la storia che ciascuno avrà scritto durante la propria vita.

“Nessuno può riscattare se stesso, o dare a Dio il suo prezzo. Per quanto si paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare per vivere senza fine, e non vedere la tomba. Vedrà morire i sapienti; lo stolto e l’insensato periranno insieme e lasceranno ad altri le loro ricchezze.

Se vedi un uomo arricchirsi, non temere, se aumenta la gloria della sua casa. Quando muore, con sé non porta nulla, né scende con lui la sua gloria.” Salmo 48

Io credo fortemente nella risurrezione, penso che un giorno, tutti noi passeremo alla vita eterna come una scintilla di luce per confonderci nella totalità di luce che è Dio.

martedì 16 febbraio 2010

Divina Providenza

“La Divina Provvidenza di mano in mano metterà nel terreno dell'Opera altre sementi; il nostro programma non deve escludere nessuna attività di bene e di apostolato, né limitarsi a questa o a quella regione, tutto il mondo è di Dio. Sempre però noi dobbiamo andare dove umanamente nulla c'è da ripromettersi, quindi ai più poveri, agli umili; dobbiamo cercare anime, creature abbandonate, reiette, disprezzate, vecchi, malati, peccatori; questi saranno i tesori, le gemme dell'Opera la chiave che ci apre il Cielo, e così sarà meglio manifestata la Divina Provvidenza.Le nostre Opere presenti e future, per essere legittime e genuine, devono portare sempre l'impronta e il sigillo del "non v'angustiate". Nessuna opera di bene, nessuna anima sia esclusa per questo solo motivo che mancano i mezzi, questi verranno o in un modo o in un altro, a patto che noi con fede riceviamo quest'anima, e con fede ci prestiamo per quest'Opera”.
E' con questo spirito che l'Opera cerca ancora oggi di continuare la sua presenza e la sua attività nella Chiesa e nel mondo.

domenica 14 febbraio 2010

Beato

Beati voi, poveri … Beati voi che avete fame, perché sarete saziati, Beati voi, che ora piangete, perché riderete … Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la osta consolazione”. Un discorso capace di provocare un salutare discernimento i n ciascuno di noi. Certo questo messaggio è agli antipodi del sentire mondano; anzi, è alla lettera non-credibile. Se però poniamo a capo di quella folla, lo stesso Gesù. Il Povero, il Piangente, il Perseguitato, allora comprenderemo anche la possibilità della beatitudine: è Gesù Cristo colui che ha vissuto la beatitudine.
Possiamo domandarci: che è beato? Il ricco che giorno dopo giorno vede aumentare la sua solitudine e il suo amore di se stesso, o il povero che nella sua indigenza forse deve aprire la mano per implorare un’elemosina, il suo bisogno dell’altro, e così apre vie di condivisione e di comunione? È Beato che è sazio e non cerca né attende più nulla, o chi è sempre alla ricerca di giustizia umana e in attesa di un intervento di Dio_ è felice chi nella sua follia ride, o chi piange sapendo di avere una ragione per cui spendere la vita a caro prezzo, fino a donarla come Cristo per gli altri, fino a morire?

In questo tempo, a volte, di siccità, di aridità spirituale, concedi alla tua Chiesa, Signore, la forza di stendere le sue radici verso la tua fonte, per produrre frutti di bontà, di accoglienza e de amore.

Dona ai governanti e ai potenti della terra da volontà e la forza di impegnarsi per il bene comune, affinché tutte le forme di miseria e di povertà vengano combattute, in nome della giustizia e dell’uguaglianza di ogni uomo.

Ravviva in noi la fede nella risurrezione di Cristo, perché sia il fondamento e il principio della speranza per una vita aperta a Dio e ai fratelli in necessità.

Tu che ci hai invitati alla mensa dell’Eucaristia, fa’ che la comunione alla tua stessa vita rinnovi la nostra esistenza e la introduca nell’amore evangelico che non conosce confini.


Ciao a tutti … Oggi non posso fare a mene di mettere in questo blog qualcosa di inedito, un clip e le foto con della nevicata a Primavalle a Roma, Opera don Calabria – Via Soria 13. Qualcosa di inedito sì, perché non succedeva da più di 20 anni.





mercoledì 10 febbraio 2010

Mc 7,14ss

“Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro; ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”.
Gesù rivela che l’impurità non raggiunge l’uomo dall’esterno, ma dall’interno. È dal cuore, infatti, che nascono gli atteggiamenti che allontanano da Dio e rendono impuri. Nella bibbia il cuore non è tanto la sede dei sentimenti, ma della volontà, dell’intelletto, del discernimento. Per questo è necessario vigilare sul proprio cuore per scoprire cosa “viaggia” al suo interno. Dall’ elenco di ciò che contamina l’uomo si scopre ancora una volta che per costruire correttamente la relazione con Dio bisogna costruire relazioni con gli uomini basate sull’amore, la giustizia, la rettitudine.
Cosa possiamo fare per non cadere nell’impurità? Vivere secondo lo Spirito è l’unico modo de rimanere in comunione con Dio rinunciando a mettere i nostri desideri, al centro della vita.
Cercherò di scoprire quali gesti mi rendono “impuro” davanti a Dio.

martedì 9 febbraio 2010

Per meditare
Non c’è dubbi che una delle frasi che più spesso si sente circolare nelle nostre comunità parrocchiali sia:
“ si è sempre fatto così”, “è tradizione fare così”. Guai a toccare le tradizioni!
Quando ci rendiamo conto che noi o la nostra comunità stiamo cadendo in questo tranello dovremmo avere il coraggio di rimettere al centro la Parola di Dio, di cercare insieme il confronto con essa perché ci purifichi e ci indichi la strada da percorrere.
Non dimentichiamoci di “Mettere al centro la Parola di Dio e l’amore di Dio al primo posto".

lunedì 8 febbraio 2010

Poema

Trascrivo un poema di Alvaro, che è stato letto nel giorno del suo funerale. Alvaro era un fedele della parrocchia di Primavale. Ci ha lasciato, il mese scorso, a causa di un tumore terminale. Bellissimi ricordi ha lasciato a tutti, specialmente ai giovani dell’oratorio . Ha vissuto la sua vita intensamente ed amava quello che faceva. Lo scritto è in versi dialettali romaneschi.

Er dono della conversione
Pur’io l’urtimo dell’omini,
er più capoccione, n’poro peccatore
come tutti su sta tera c’ho la voja
de scrive de la grandezza der Signore,
p’avemme data l’immensa grazia de la conversione.
M’ha dato er dono de la fede
Che si ce penso fino a tre anni fa
Se uno m’avesse domandato che è la fede Arvà?
Je avrei risposto boh!
‘nvece oggi se n’fratello mio me dovesse domannà che
È la fede Arvà?
Je risponnnerei è la luce dell’anima,
è la vita dello spirito,
è quanno te billa er core,
è cercà sempre la vicinanza der Signore,
è quanno attizzi l’orecchi su chi te sta vicino
pe vedè la luce der Signore,
è quanno attizzi l’orecchi mentre parli con n’fratello
per senti si c’è er messaggio der Signore,
è quanno te s’avvicina n’poro fratello che te chiede ‘a carità
e tu je dai quello che poi, co a gioia de da,
è quanno senti tanto er bisogno de pregà er Signore,
co la Madre Nostra der Divino Amore,
è quanno che stai bene con tutti e te dici semo tutti
fratelli, semo fii di Dio,
è òquanno nun vai più co l’occhi a cercà li difetti
all’artri
ma cerchi de vedè solo la bontà.
è quanno uno che c’ha bisogno e te chiede me m’presti
qualche cosa
e tu je la dai senza dije ma quanno me la ridai,
è quanno n’fratello tuo te chiede n’aiuto per qualsiasi cosa
e tu lo fai co la gioia quello che poi
è quanno che tu fai tutto er bene che poi
perché è questo quello che te ordina
cor dono della fede er Signore.
Poi si quarcunno m’avesse domannato tre anni fa
Che è la Divina Provvidenza Arvà?
J’avrei risposto a me me sa che nun ce sta,
‘nvece oggi si n’fratello mio me lo dovesse dommannà
Je direi è quanno te rimetti nelle mani der Signore
Per tutto quello che devi fa su sto monno
Pe campà, pe vestitte, pe beve, pe magnà,
pe tuto quello che devi fa.
Si c’hai tanta fede vedrai che nun t’abbandonerà
Te po fa trovà lavorl te po guarì da na malattia,
te po sarvà da chi te la vo fa pagà
pe quarche cosa de male che nun hai volotu fa,
te mette sempre na porta andò devi entrà
e li c’è sempre er Signore che te sta aspettà,
però aricordete che la devi sermpre pregà
e nun je chiede mai li sordi le comodità
li belli vestiti, le agiatezze e tutte quelle cose grosse
e così dette belle,
te devi sapè accontenta de quello che te dà
ringraziela sempre e dije nun m’abbanonà.
Poi quarche vorta, po pure capità
Che devi mete pure te le manì n’saccoccia pe da
Perché pe quello che te chiede
Sei te in quer momento la Divina Provvidenza n’carita.
Che devo dì ce sarebbe ancora tanto da parlà
Ma pe finilla qui
Te dico che lo devi sempre capì da te
Quann’è er momento da pià
e quanno ‘nvece er momento de da,
ma la cosa fondamentale che ce sta
è che sia che devi pijà e che quanno devi da
lo devi sempre fa co tanta onestà
perché aricordete sempre che er Signore
è troppo forte, Lui tutto sa
e nun lo potrai mai fregà.

Grazie Arvà!