
Non solo ci raggiunge nella vita quotidiana, ma in una quotidianità segnata dal fallimento: Simone e i suoi compagni, infatti, stanno assaporando il gusto amaro di una notte di lavoro che non ha portato i frutti desiderati.
La richiesta che Gesù rivolge loro è piuttosto strana, perché è in contraddizione con l’esperienza di ogni pescatore, che sa che è la notte il tempo favorevole per la pesca.
La chiamata entra nella vita di tutti i giorni, nei nostri fallimenti, per chiederci un atto di obbedienza e di fiducia in una parola divina che capovolge le nostre categorie.
Simone e i suoi compagni fanno ciò che è stato loro chiesto e assistono ad una pesca abbondante. Proprio a partire da questo evento eccezionale, Simon Pietro intuisce che colui che gli sta davanti non è un semplice, ma è il Signore davanti a cui si scopre peccatore, cioè semplice creatura. Ed è in questo momento che Gesù prospetta a Simone e agli altri la possibilità di condividere la sua stessa missioni: pescare uomini, cioè strapparli dar potere dalla morte per condurli alla vita vera.
Percepire la chiamata, quindi, significa sentire che il Signore mi chiede di fidarmi di lui, di vivere in obbedienza alla sua parola e di farlo entrare nella mia vita segnata dal fallimento.
Coloro che vivono in questo modo, non solo i sacerdoti e i religiosi, si ritrovano a condividere la stessa passione per la vita che alimenta e guida l’esistenza di Gesù.
Chiedo a Dio la grazia di condividere la sua passione per la vita dell’uomo.
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