Mikala alla finestra è l’immagine della nostra paura del giudizio degli altri che blocca il nostro stesso rapporto libero con Dio. Ma io danzo davanti a Dio, dice Davide; cosa mi importa di quelli che alla finestra ridono o commentano? Io danzo per Lui.
Testimone
Un giovane aveva scoperto la preghiera

Un prete -(ognuno che fa DS) - che si pone anche come guida spirituale, che è molto impegnato con i giovani,ma che non ha tempo per pregare, non diventi problema, poi l’esperienza diventa questa: parlo agli altri di ciò che forse so, ma che non sto vivendo che percepisco di non stare vivendo.
Cresce il disagio di un ruolo sempre più difficile. Finiamo per parlare di quello che non conosciamo più. Tutto quello che diciamo, che predichiamo, che scriviamo, sembra non trovare eco: non preghiamo. Se non abbiamo affrontato, non affrontiamo la nostra realtà come potremo insegnarla ad altri?
La comprensione di sé diventa anche servizio all’altro. Forse a volte abbiamo paura di investire in una migliore conoscenza di noi stessi; temiamo sia un esercizio un po’ sterile di ripiegamento su se stessi, ricerca di perfezionismo, perdita di tempo, o mancanza di perfezionismo, perdita di tempo, o mancanza di semplicità e di abbandono. È invece premessa a un ascolto degli altri che sa accogliere dal di dentro; è lavoro previo in vista di un servizio all’altro più libero ed efficace e quindi una forma di autentica carità.
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