Esta es la juventud del Papa

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domenica 17 luglio 2011

Vanagloria.

Un grande rimedio alla vanagloria suggerito dai Padri era la compunzione, il ricordo dei propri peccati o della morte. Questa terminologia appare forse un po’ lontana dalla mentalità corrente e i formatori o i superiori potrebbero essere intimiditi all’idea di utilizzarla, nel parlare ai confratelli o ai novizi.
La vita consacrata è però attesa escatologica e non può dunque vivere, nei confronti della morte, solo sentimenti di paura e di inquietudine, Imparare a porre davanti agli occhi un orizzonte eterno è un elemento indispensabile della nostra vita: esso ci proietta in una prospettiva corretta rispetto al tempo e rappresenta anche un giusto farmaco per le nostre tendenze esibizionistiche.
Un rimedio utile per combattere la vanagloria è l’attenzione al modo di parlare di se stessi. È sempre importante sapersi chiedere quanto e come parliamo di noi. A proposito del quanto, ci possiamo domandare, per esempio, se vogliamo essere sempre al centro dell’attenzione e aspettiamo che gli altri tacciano, o talvolta non li lasciamo nemmeno finire, per riportare il discorso su temi riguardanti la nostra persona. Per ciò che concerne il come, è invece bene chiedersi non solo in che misura tendiamo a mettere in risalto ciò che facciamo o i nostri talenti, ma anche quanto siamo disposti a esporci nel nostro limite; spesso, infatti, siamo esperti nell’usare un “linguaggio criptico”, il cui scopo è di mascherare od omettere errori e vulnerabilità personali.
Altro rimedio è l’attenzione contraria, quella al modo in cui parliamo degli altri, che la vanagloria ci spinge a ignorare, se non a denigrare o non apprezzare per il timore che le loro qualità offuschino la nostra immagine.
Basta per oggi.

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