Un pensierino spirituale prima di dire “ciao Anno 2009”!
Cristo nella Eucaristia consegna se stesso al Padre per noi , ed è nell’Eucaristia che noi siamo chiamati a lasciarci attrarre da questo vortice di dedizione per entrare nel dono stesso di Cristo. Ogni nostra preghiera diventa allora preparazione, attualizzazione, vissuto dell’Eucaristia. La preghiera autentica è quella che dispone ciascuno di noi al servizio degli altri. Consegnare a Dio la nostra vita non significa consegnarla “astrattamente” nelle sue mani, quasi per estraniarci dal mondo. Significa invece consegnarla a lui perché ci metta a in stato di servizio verso i fratelli. E questo il punto di arrivo della preghiera Cristiana: educazione al servizio, educazione all’essere disponibili totalmente, educazione a buttarsi nel servizio incondizionato dei fratelli.
Incondizionato perché l’incondizionato di Dio, l’Assoluto, colui che è senza condizioni e che ci chiama al dono senza condizioni, ci si è rivelato e ha trasformato la nostra vita. Qui si fonda non solo il rapporto tra preghiera ed Eucaristia, ma anche quello tra preghiera e vita.
La pietra di paragone dell’autenticità della preghiera è non il ripiegamento su di sé o il gusto intimistico che ci spinge a trovare delle soddisfazioni personali, ma la franca e chiara messa a disposizione della nostra vita per tutti coloro che hanno bisogno di noi, per chi soffre, per i più poveri, per i più bisognosi. È una appropriazione di noi stessi per il servizio degli altri.
È questa la preghiera che vogliamo fare e che chiedo di poter fare io stesso, mettendomi ogni giorno sempre più in stato di servizio.
(Meditazioni di Carlo Martini.)
Cristo nella Eucaristia consegna se stesso al Padre per noi , ed è nell’Eucaristia che noi siamo chiamati a lasciarci attrarre da questo vortice di dedizione per entrare nel dono stesso di Cristo. Ogni nostra preghiera diventa allora preparazione, attualizzazione, vissuto dell’Eucaristia. La preghiera autentica è quella che dispone ciascuno di noi al servizio degli altri. Consegnare a Dio la nostra vita non significa consegnarla “astrattamente” nelle sue mani, quasi per estraniarci dal mondo. Significa invece consegnarla a lui perché ci metta a in stato di servizio verso i fratelli. E questo il punto di arrivo della preghiera Cristiana: educazione al servizio, educazione all’essere disponibili totalmente, educazione a buttarsi nel servizio incondizionato dei fratelli.
Incondizionato perché l’incondizionato di Dio, l’Assoluto, colui che è senza condizioni e che ci chiama al dono senza condizioni, ci si è rivelato e ha trasformato la nostra vita. Qui si fonda non solo il rapporto tra preghiera ed Eucaristia, ma anche quello tra preghiera e vita.
La pietra di paragone dell’autenticità della preghiera è non il ripiegamento su di sé o il gusto intimistico che ci spinge a trovare delle soddisfazioni personali, ma la franca e chiara messa a disposizione della nostra vita per tutti coloro che hanno bisogno di noi, per chi soffre, per i più poveri, per i più bisognosi. È una appropriazione di noi stessi per il servizio degli altri.
È questa la preghiera che vogliamo fare e che chiedo di poter fare io stesso, mettendomi ogni giorno sempre più in stato di servizio.
(Meditazioni di Carlo Martini.)
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