Vegliate, perché, quando il corpo s’addormenta, ha in noi il sopravvento la natura, e la nostra azione non si svolge secondo la nostra volontà, ma si compie secondo un impulso inconscio. E quando il torpore, cioè la viltà e la trepidazione, domina l’anima, prende dominio su di lei il nemico e fa per suo mezzo ciò ch’essa non vuole. Sulla natura domina una forza bruta e sull’anima domina il nemico. Pertanto la vigilanza di cui parlò il Signore nostro è prescritta per ambedue: per il corpo, perché non si cada nel torpore della pusillanimità, secondo quel che dice la Scrittura: Siate vigilante, o giusti, e: Mi sono alzato e sono con te, e ancora; Non lasciatevi stancare, e perciò non desistiamo nel ministero che ci è stato affidato.
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