
Domandiamoci in che cosa consista questa tentazione e quale rapporto ci sia tra la tentazione e la preghiera!
L’esortazione a pregare per non entrare in tentazione significa: pregare per non entrare in quell’atmosfera di compromesso e di comodità , di viltà, di fuga e di disinteresse nella quale si matura la scelta di non scegliere, la decisione di non decidere, la fuga dalle responsabilità. Questa situazione è semplificata nel brano evangelico da ciò che fanno gli apostoli: dormono per la tristezza, dormono per non vedere.
Ci sono altri episodi biblici che sottolineano la fuga dalla realtà. Il sacerdote e il levita che, passando presso l’uomo ferito sulla strada di Gerico, chiudono gli occhi e vanno oltre, sfuggano alla domanda di responsabilità. Il grande profeta Elia, anche lui fugge dalla realtà … Giona che fugge perché non vuole affrontare il suo compito di profeta. È la tentazione che prende ciascuno di noi quando chiudiamo occhi e orecchie per non vedere e non sentire i bisogni di chi ci sta intorno. Disimpegnarci, defilarci lontano da ciò che invece ci chiamerebbe a buttarci con coraggio.
L’esortazione di Gesù a pregare per non entrare in tentazione ci fa’ capire che la preghiera non è fuga, non è declinare le responsabilità, non è guardare in faccia la tentazione, la paura, la responsabilità. La preghiera è fare come il samaritano che di fronte all’uomo ferito si ferma e si piega su di lui. La preghiera è audacia che affronta, che ci fa' "essere"...
L’esortazione a pregare per non entrare in tentazione significa: pregare per non entrare in quell’atmosfera di compromesso e di comodità , di viltà, di fuga e di disinteresse nella quale si matura la scelta di non scegliere, la decisione di non decidere, la fuga dalle responsabilità. Questa situazione è semplificata nel brano evangelico da ciò che fanno gli apostoli: dormono per la tristezza, dormono per non vedere.
Ci sono altri episodi biblici che sottolineano la fuga dalla realtà. Il sacerdote e il levita che, passando presso l’uomo ferito sulla strada di Gerico, chiudono gli occhi e vanno oltre, sfuggano alla domanda di responsabilità. Il grande profeta Elia, anche lui fugge dalla realtà … Giona che fugge perché non vuole affrontare il suo compito di profeta. È la tentazione che prende ciascuno di noi quando chiudiamo occhi e orecchie per non vedere e non sentire i bisogni di chi ci sta intorno. Disimpegnarci, defilarci lontano da ciò che invece ci chiamerebbe a buttarci con coraggio.
L’esortazione di Gesù a pregare per non entrare in tentazione ci fa’ capire che la preghiera non è fuga, non è declinare le responsabilità, non è guardare in faccia la tentazione, la paura, la responsabilità. La preghiera è fare come il samaritano che di fronte all’uomo ferito si ferma e si piega su di lui. La preghiera è audacia che affronta, che ci fa' "essere"...
“Dal Libro Meditazioni sulla preghiera, di C M Martini”.
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