Che cosa cerco quando chiedo di imparare a pregare?
Mettersi in stato di preghiera è una via per arrivare a essere conformi alla volontà di Dio, nella quale tutto diventa più chiaro e la nostra vita si riunifica. Il nostro generico bisogno di unità qui si specifica: è unità con la volontà di Dio, principio ella nostra esistenza.
È lo Spirito che prega in noi, lo Spirito che compie, in noi l’unità, lo Spirito che suscita in noi questo desiderio.
La preghiera personale è dare fiato, voce e spazio a questo grido dello Spirito che è in noi.
Il prima di ogni preghiera è lo Spirito Santo, che anela alla nostra comunione col Padre. La dimensione contemplativa della vita, intesa nel suo senso primario, significa fare appello all’orientamento a Dio che è in noi e che si rivela meglio nel silenzio. La gente cerca maestri di preghiera perché capisce che non insegnano solo la preghiera, ma la vita; insegnano come si va a Dio, come si vive il suo primato; insegnano l’essenziale dell’esistenza.
Per questo dobbiamo partire da Dio, ripartire da lui che è in noi, da Dio che si rivela in noi. Ciò che è essenziale nella nostra preghiera personale costituisce poi l’ingrediente di ogni pregare, dà anima alla preghiera liturgica, all’Eucaristia, cioè al nostro partecipare entrandovi, quale espressione del monto fondamentale dello Spirito.
“Donaci, o Signore, di sentire dentro di noi il grido: “Abbà”. Donaci di provare la sete di te, del Dio vivente che è dentro di noi, sete che talora rimane come assopita, come era assopito Pietro nel Getsemani. Concedici di saper vegliare oggi e sempre col tuo Figlio Gesù.”
Mettersi in stato di preghiera è una via per arrivare a essere conformi alla volontà di Dio, nella quale tutto diventa più chiaro e la nostra vita si riunifica. Il nostro generico bisogno di unità qui si specifica: è unità con la volontà di Dio, principio ella nostra esistenza.
È lo Spirito che prega in noi, lo Spirito che compie, in noi l’unità, lo Spirito che suscita in noi questo desiderio.
La preghiera personale è dare fiato, voce e spazio a questo grido dello Spirito che è in noi.
Il prima di ogni preghiera è lo Spirito Santo, che anela alla nostra comunione col Padre. La dimensione contemplativa della vita, intesa nel suo senso primario, significa fare appello all’orientamento a Dio che è in noi e che si rivela meglio nel silenzio. La gente cerca maestri di preghiera perché capisce che non insegnano solo la preghiera, ma la vita; insegnano come si va a Dio, come si vive il suo primato; insegnano l’essenziale dell’esistenza.
Per questo dobbiamo partire da Dio, ripartire da lui che è in noi, da Dio che si rivela in noi. Ciò che è essenziale nella nostra preghiera personale costituisce poi l’ingrediente di ogni pregare, dà anima alla preghiera liturgica, all’Eucaristia, cioè al nostro partecipare entrandovi, quale espressione del monto fondamentale dello Spirito.
“Donaci, o Signore, di sentire dentro di noi il grido: “Abbà”. Donaci di provare la sete di te, del Dio vivente che è dentro di noi, sete che talora rimane come assopita, come era assopito Pietro nel Getsemani. Concedici di saper vegliare oggi e sempre col tuo Figlio Gesù.”
Qualcosa di così personale- "Carlo Maria Martini".
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