Esta es la juventud del Papa

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lunedì 19 ottobre 2009

I tempi fissi della preghiera.

È necessario avere dei tempi fissi di preghiera.
Stabiliamoci certi tempi fissi per richiamare alla nostra mente il dovere della preghiera, distogliendola da altre occupazioni o affari, che in qualche modo raffreddano il nostro desiderio, ed eccitandoci con le parole dell’orazione e concentrarci in ciò che desideriamo. Facendo così, eviteremo che il desiderio, tendente a intiepidirsi, si raffreddi del tutto o si estingua per mancanza di un frequente stimolo.
Non è male o inutile pregare a lungo, quando si è liberi, cioè quando non si è impediti dal dovere di occupazioni buone o necessarie. Pero, il pregare a lungo non è, come qualcuno crede, lo stesso che pregare con molte parole. Altro è un lungo discorso, altro uno stato d’animo prolungato. Il Signore stesso ci da l’esempio (pregando a lungo) passando notti in preghiera.
Lungi dunque dalla preghiera ogni verbosità, ma non si tralasci la supplica insistente se perdura il fervere e l’attenzione. Il servirsi di molte parole nella preghiera equivale a trattare una cosa necessaria con parole superflue.
Il pregare consiste nel bussare alla porta di Dio e invocarlo con insistente e devoto ardore del cuore. Il dovere della preghiera si adempie meglio con i gemiti che con le parole, più con le lacrime, che con i discorsi. Dio, infatti, “pone davanti al suo cospetto le nostre lacrime” (Sal 55,9), e il nostro gemito non rimane nascosto (Sal 37,10) a lui che tutto ha creato per mezzo del suo Verbo, e non cerca le parole degli uomini.
Dalla lettera di sant’Agostino, vescovo.

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