Giovanni Calabria nacque a Verona l’8 ottobre 1873. La povertà gli fu maestra di vita fin dalla nascita. Alla morte del padre dovette abbandonare la scuola elementare per poter aiutare la famiglia con qualche lavoro. Il rettore di San Lorenzo, scoprendo in lui la vocazione sacerdotale, lo preparò privatamente agli esami di ammissione al liceo nel Seminario. Il giovane, che allora aveva 18 anni, superò egregiamente la prova. Durante l’ultimo anno di liceo dovette però sospendere nuovamente gli studi per il servizio di leva (1894-1896). In quei due anni edificò tutti, superiori e commilitoni, per la sua eroica carità. Ripresi gli studi, in una fredda nottata di novembre del 1879, tornando da una visita agli infermi dell’ospedale, trovò accovacciato davanti alla sua porta un bambino fuggito dagli zingari, Se lo portò in casa, condividendo la mensa e dandogli il uso letto. L’anno seguente fondò la “pia Unione per l’assistenza agli ammalati poveri”.
Ordinato sacerdote l’’ agosto 1901 si dedicò con particolare zelo alle opere di carità privilegiando soprattutto gli extracomunitari (gli spazzacamini) e i ragazzi abbandonati, accogliendone alcuni nella sua povera casa.
Il 26 novembre del 1907 diede ufficialmente inizio alla “Casa Buoni Fanciulli”. Il Signore gli mandò dei laici desiderosi di condividere con lui la loro donazione a Dio, nella povertà e nell’assistenza alle creature abbandonate.
Sorse così il 1° nucleo di quella Congregazione che l’11 febbraio 1932 verrà approvata dal vescovo di Verona col nome di “Poveri Servi della Divina Provvidenza”, composta di sacerdoti e fratelli” e che riceverà l’approvazione pontificia il 25 aprile 1949.
Nel 1910 don Calabria diede inizio anche, con lo stesso spirito, al ramo femminile, le “Sorelle”, che diventeranno Congregazione nel 1952 con nome di “Povere Serve della Divina Provvidenza”. Le due Congregazione, con la finalità di mostrare al mondo d’oggi che Dio è Padre e provvede ai suoi figli se questi si abbandonano con fede alla sua divina Provvidenza e cercano prima di tutto il suo regno, si diffusero in varie parti d’Italia, sempre al servizio dei poveri, degli abbandonati, degli emarginati, degli anziani e degli ammalati, Il cuore apostolico di don Calabria pensò anche ai “paria” dell’India.
Dal 1939 fino alla morte, Don Calabria, superando l’ambito delle proprie istituzioni, in contrasto col suo innato desiderio di nascondimento, divenne una delle persone più consultate di quell’epoca, un “punto di riferimento”, “una stella”, che indicava la via da seguire in un momento di generale sbandamento. Come un profeta “gridava” che l’unico mezzo per ritrovare la salvezza era “il ritorno a Gesù Cristo e al suo Vangelo, vissuto: integralmente, sine glossa”.
E a questa impresa chiamò anche i laici. “ Questa è l’ora dei laici!” scriveva. E per questa finalità nel 1944 fondò la “Famiglia dei Fratelli Esterni”, composta appunto di laici.
Questo fu anche il periodo più misteriosamente doloroso della sua vita. Il suo grande amico, l’allora arcivescovo di Milano card Schuster, lo paragonò al Servo di Javè.
Il 3 dicembre 1954, sentendo che il papa Pio XII stava male, si offerse vittima per la sua salute. Don Calabria morì il giorno seguente mentre in Vaticano si gridava al “miracolo!” vedendo il Papa improvvisamente e misteriosamente ristabilito (cfr. P. SCHMIT, IL) Cardinale dell’unità – il card. Bea, Ed. Città Nuova, pp. 182-185).
Don Calabria pregò, soffrì, lavorò per la santificazione della chiesa lo glorificò molto presto. Fu infatti beatificato da Giovanni Paolo II il 17 aprile 1988, a 33 anni dalla morte, e dallo stesso Pontefice canonizzato il 18 aprile 1999.
Le sue due Congregazioni sono attualmente presenti in varie regioni d’Italia, in Romania, in Russia, in parecchi paesi dell’America Latina, in Angola, in Kenia, nelle Filippine e in India. La festa di S. Zan Giovanni Calabria si celebra l’8 ottobre.
Ordinato sacerdote l’’ agosto 1901 si dedicò con particolare zelo alle opere di carità privilegiando soprattutto gli extracomunitari (gli spazzacamini) e i ragazzi abbandonati, accogliendone alcuni nella sua povera casa.
Il 26 novembre del 1907 diede ufficialmente inizio alla “Casa Buoni Fanciulli”. Il Signore gli mandò dei laici desiderosi di condividere con lui la loro donazione a Dio, nella povertà e nell’assistenza alle creature abbandonate.
Sorse così il 1° nucleo di quella Congregazione che l’11 febbraio 1932 verrà approvata dal vescovo di Verona col nome di “Poveri Servi della Divina Provvidenza”, composta di sacerdoti e fratelli” e che riceverà l’approvazione pontificia il 25 aprile 1949.
Nel 1910 don Calabria diede inizio anche, con lo stesso spirito, al ramo femminile, le “Sorelle”, che diventeranno Congregazione nel 1952 con nome di “Povere Serve della Divina Provvidenza”. Le due Congregazione, con la finalità di mostrare al mondo d’oggi che Dio è Padre e provvede ai suoi figli se questi si abbandonano con fede alla sua divina Provvidenza e cercano prima di tutto il suo regno, si diffusero in varie parti d’Italia, sempre al servizio dei poveri, degli abbandonati, degli emarginati, degli anziani e degli ammalati, Il cuore apostolico di don Calabria pensò anche ai “paria” dell’India.
Dal 1939 fino alla morte, Don Calabria, superando l’ambito delle proprie istituzioni, in contrasto col suo innato desiderio di nascondimento, divenne una delle persone più consultate di quell’epoca, un “punto di riferimento”, “una stella”, che indicava la via da seguire in un momento di generale sbandamento. Come un profeta “gridava” che l’unico mezzo per ritrovare la salvezza era “il ritorno a Gesù Cristo e al suo Vangelo, vissuto: integralmente, sine glossa”.
E a questa impresa chiamò anche i laici. “ Questa è l’ora dei laici!” scriveva. E per questa finalità nel 1944 fondò la “Famiglia dei Fratelli Esterni”, composta appunto di laici.
Questo fu anche il periodo più misteriosamente doloroso della sua vita. Il suo grande amico, l’allora arcivescovo di Milano card Schuster, lo paragonò al Servo di Javè.
Il 3 dicembre 1954, sentendo che il papa Pio XII stava male, si offerse vittima per la sua salute. Don Calabria morì il giorno seguente mentre in Vaticano si gridava al “miracolo!” vedendo il Papa improvvisamente e misteriosamente ristabilito (cfr. P. SCHMIT, IL) Cardinale dell’unità – il card. Bea, Ed. Città Nuova, pp. 182-185).
Don Calabria pregò, soffrì, lavorò per la santificazione della chiesa lo glorificò molto presto. Fu infatti beatificato da Giovanni Paolo II il 17 aprile 1988, a 33 anni dalla morte, e dallo stesso Pontefice canonizzato il 18 aprile 1999.
Le sue due Congregazioni sono attualmente presenti in varie regioni d’Italia, in Romania, in Russia, in parecchi paesi dell’America Latina, in Angola, in Kenia, nelle Filippine e in India. La festa di S. Zan Giovanni Calabria si celebra l’8 ottobre.
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