“La mente penetra in ogni attività degli altri livelli, fisico ed emotivo, e si identifica con essi; purificare la mente umana significa quindi purificare tutto l’uomo. La caratteristica principale che si osserva in una mente non purificata è la sua mobilità.
Nella Bhagavad-Gita, uno dei libri sacri, più conosciuti e venerati in India, Arjuna, l’uomo che va cercando la propria liberazione, parla a Dio delle difficoltà incontrate nel tranquillizzare la mente, in questi termini: La mente è inquieta, turbolenta, ostinata e potente. Domarla, mi pare, è più difficile che controllare il vento.
La mobilità della mente è stata paragonata dagli scrittori orientali ai continui e funamboleschi salti della scimmia sui rami degli alberi. È stata paragonata anche al nuoto del pesce, nel suo divagare quà e là, in un oceano di idee. Anche i contemplativi occidentali sono abituati ad affrontare questo inveterato nemico della calma e della serenità interiore.
Nella Bhagavad-Gita, uno dei libri sacri, più conosciuti e venerati in India, Arjuna, l’uomo che va cercando la propria liberazione, parla a Dio delle difficoltà incontrate nel tranquillizzare la mente, in questi termini: La mente è inquieta, turbolenta, ostinata e potente. Domarla, mi pare, è più difficile che controllare il vento.
La mobilità della mente è stata paragonata dagli scrittori orientali ai continui e funamboleschi salti della scimmia sui rami degli alberi. È stata paragonata anche al nuoto del pesce, nel suo divagare quà e là, in un oceano di idee. Anche i contemplativi occidentali sono abituati ad affrontare questo inveterato nemico della calma e della serenità interiore.
Santa Teresa parla, come pochi, delle difficoltà incontrate da chi si accinge a far tacere la propria mente, difficoltà che lei stessa sperimentò nel suo cammino di preghiera. La mente rumorosa, è paragonata dalla santa di Avila a un viaggiatore inquieto, che non ha nessuna voglia di tornare a casa per riposare, ma che, al contrario, va cercando altri luoghi dove alloggiare.; altre volte, a una pesante quantità di tronchi secchi che soffocano la debole scintilla della presenza di Dio, appena accesa nel profondo del suo essere; oppure, a una colomba che vola inquieta qua e là, in cerca di cibo, senza entrare nel suo intimo, o a un insieme di api che lavorano fuori dell’alveare. La mente inquieta è un cercatore di ragioni, rumoroso e acuto, un infelice sposo, che molesta la propria sposa, insomma è un pazzo.
Tutte queste immagini ci danno l’idea di quanta fatica comporti la pacificazione a livello mentale, Chi desidera comprovare sperimentalmente che la nostra mente è simile a un viaggiatore instancabile, chiuda gli occhi e si sforzi di ridurre all’immobilità il flusso dei suoi pensieri: il nostro viaggiatore metterà in atto tutte le sue astuzie pur di sfuggire ed evitare l’invito al riposo e alla calma. Come ottenere dunque il riposo di questo viandante?”
Tutte queste immagini ci danno l’idea di quanta fatica comporti la pacificazione a livello mentale, Chi desidera comprovare sperimentalmente che la nostra mente è simile a un viaggiatore instancabile, chiuda gli occhi e si sforzi di ridurre all’immobilità il flusso dei suoi pensieri: il nostro viaggiatore metterà in atto tutte le sue astuzie pur di sfuggire ed evitare l’invito al riposo e alla calma. Come ottenere dunque il riposo di questo viandante?”
Riferendomi ai pensieri e alle parole espressi qui sopra, mi immagino una barca che naviga in alto mare e che porta tante persone differenti, con menti diverse e ognuno con le sue idee. Se le menti non trovano un accordo, non dialogano, non si fermano per ascoltare il cuore, dove soffia il vento ecc., la barca può arrivare a diversi porti ma dificilmente arriverà a quello giusto.
L’unico porto sicuro che unisce le nostre menti e i nostri cuori è l’approdo in Dio...
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